E’ la Bellissima, uno spareggio calcistico che promette fuoco e scintille, vista l’innegabile forma del team di Loew, che ha rifilato sette palloni al Brasile, ospite sconfitto e umiliato a casa propria. L’Argentina arde sotto i carboni di una semifinale pallida definita ai rigori dalla sublime prestazione di El Chiquito (Sergio Romero) trai pali: scalpitano i cavalli di razza della compagine guidata da Sabella e apparecchiano emozioni per il rush finale. Domenica, nello scenario emotivo del Maracanà vestito a festa, la lingua sonora di Jorge Luis Borges si mescolerà al tagliente Johann Wolfgang von Goethe e ai canti carioca di Jorge Amado, regalandoci uno spettacolare intreccio multiculturale tra Europa e America Latina.
Non sono previste grandi sorprese nelle formazioni. Lo spietato condottiero Klose verrà spinto da una trequarti letale con Ozil, Mueller e Schweinsteiger. Dietro, la corazzata di centrocampo e difesa guidata dall’impeccabile Neuer, miglior portiere al mondo del momento. Dall’altro lato La Pulce (Messi) dovrà cercare spazio per servire Higuain tra le fila nemiche con il supporto di Aguero e dell’insostituibile Mascherano, sperando nell’improbabile recupero del trascinatore Di Maria. Anche un po' d'Italia in campo con la competenza internazionale di Rizzoli che arbitrerà l'incontro, supportato da Renato Faverani, Andrea Stefani e Carlos Vera.
Il passato parla chiaro: 1-1 nelle finali e predominanza della Germania negli scontri alle eliminatorie. Città del Messico ’86: Diego Armando Maradona, El Pibe de Oro, alzò la coppa al cielo nello stadio Azteca straripante di latinos, dopo il contestato gol ai quarti di finale contro l’Inghilterra, che mostrò al mondo un Maradona" target="_blank">Mano de dios. Mani a parte, furono i piedi di Diego, premiato miglior giocatore del Mondiale, a sostenere una squadra, che a parte Valdano e Burruchaga, aveva poco da dire.
Roma ’90: i fischi italiani all’inno argentino aprirono la serata all’Olimpico. La Germania schierava campioni del calibro di Beckenbauer, Matthaus e Klisman. L'Argentina aveva Maradona un po' giù di morale. Con un labiale carico di rancore, Diego in mondovisione definì hijos de puta gli italiani che fischiarono contro l'Argentina, nell’unico episodio degno di nota di una finale tattica, molto lenta e noiosa, decisa da un rigore a favore della Germania.
Domenica a Rio de Janeiro conosceremo i superstiti vittoriosi della cavalcata Mondiale. Nel frattempo a tavola l’Argentina multiculturale batte ai supplementari l’armata Teutonica. I salumi cotti tedeschi, i vari wrust, le zuppe, sua maestà il maiale in mille salse e le aringhe affumicate del nord scendono in tavola, nel tentativo ardimentoso di strappare il titolo culinario alla danza di carne mista del ricco asado argentino con il chimichurri, ma anche il puchero, a las empanadas e tutta la mescola di tradizioni culinarie differenti maturate nella Pampa sterminata.
Vi proponiamo la cena Mondiale per confrontare sulle vostre tavole le ricette dei due paesi. Empanadas criollas di carne e cipolla contro abgebräunte kalbshaxe, stinco di vitello fritto con i crauti. In mancanza di stinco potrete optare per Bratwurst grigliati.
Come dessert, leche frita contro obstortte. Le ricette per questa finale culinaria le trovate nella nostra rubrica Ricette gustose.
Cosa bere? Un buon Malbec ovviamente, come quello prodotto da Felipe Rutini o la Bodega Valentin Bianchi, ma per pulire il palato a fine cena non deve mancare la birra, una Korbinian Weihenstephaner punta di diamante dell’eccellenza bavarese. Birra dopo il vino? Provate questa doppelbock e vi ricrederete.
Buona finale a tutti e che vinca il migliore, ma soprattutto il buon calcio, lo sport all’insegna della correttezza e la cucina di qualità!
L.O.