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La chiamano "Primavera napoletana", ma in molti l'hanno già definita "new wave" pensando alla scuola francese, "nouvelle vague". Fatto sta che l'onda è reale e sta travolgendo produttori, registi, artisti, sceneggiatori e anche autori non napoletani (basti pensare ai recenti La Tenerezza di Amelio e I Peggiori di Vincenzo Alfieri o a Napoli Velata, il film di
Ozpeteck attualmente in lavorazione, per non parlare del set estivo di Saverio Costanzo per la
serie tv tratta da L’Amica Geniale).

Un vero prisma che all'improvviso ha attivato tutte le sue coloratissime facce: Napoli. È proprio lei, la città, protagonista invadente, non più solo sullo sfondo, ma proprio nella fase del work in
progress. Dopo il successo ai David di Donatello di Indivisibili di Edoardo De Angelis, Falchi di
Tony D’Angelo con Michele Riondino e Fortunato Cerlino e Vieni a Vivere a Napoli firmato tre
registi (Lombardi, Prisco e De Angelis), ultima prova di quest’onda di produttività del fare
cinema a Napoli è La Parrucchiera, il film di Stefano Incerti.
Una scommessa, vera e propria,
quella degli investitori e produttori che ha un po' il sapore dell'azzardo, ma soprattutto, il sapore
della fede, fede nel prodotto, anche se a basso budget, fede nel talento e fede nel lavoro di squadra.

Cosa è venuto fuori? Una commedia colorata e vivace dagli echi un po’ almodovariani.

La pellicola, nei cinema dal 6, vede tra i protagonisti l'avvenente Pina Turco già vista in Gomorra, nel ruolo di Rosa una giovane parrucchiera alle dipendenze di Patrizia (Cristina Donadio la cattivissima Sciantal sempre di Gomorra 2 ) e Lello (Tony Tammaro), vecchio pervertito che la guarda con desiderio, al punto di spingerla ad abbandonare il posto. Quando Rosa, lascerà il salone di Lello e Patrizia avrà modo di mettere in piedi il suo sogno: aprire un negozio tutto suo. 

Si potrebbe paragonare il film a una grande macedonia, sfacciata e irriverente, che mischia frutta esotica e nostrana. Si pensi che nel salone della giovane parrucchiera Rosa , si propongono a lavorare veri e propri "casi umani": una cinese che parla napoletano, due gemelle dei quartieri spagnoli che vestono da ballerine di flamenco, un' afro napoletana, e infine la sua amica trans Carla, napoletana doc passionale e gelosissima.

Una squadra al femminile che è una vera e propria potenza, costretta ad affrontare una serie infinita di difficoltà. Ma la solidarietà, si sa, è femmina, e così dopo tanti bocconi amari che Rosa e le sue sono costrette ad affrontare, come nelle migliori macedonie, il colpo di scena riserva nel succo, alla fine, portando a galla tutto lo zucchero rimasto sul fondo.

La Parrucchiera è considerato il film-manifesto della nuova scena napoletana complice anche una forte campagna social e adesso sono attesi la fanta-commedia d’esordio del gruppo The Jackal, la storia di malavita e canzoni dei Manetti Bros con Nunn è Napule e il cartoon Gatta Cenerentola di Alessandro Rak e prodotto da Luciano Stella (tra i produttori anche de La Parrucchiera).

Bisogna vedere se questa “Primavera napoletana” riesce a mantenere un retrogusto forte e persistente, dimostrando di aver dato il via a una vera e propria tradizione contemporanea.

 

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