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 Oggi parleremo de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone. Il film è l'adattamento cinematografico di tre delle cinquanta fiabe raccolte ne Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille, opera scritta in lingua napoletana del giuglianese Giambattista Basile tra il 1634 e il 1636. Le 50 fiabe, raccontate da dieci novellatrici nell'arco temporale di cinque giorni, sono collocate in una cornice che segue la struttura del Decameron di Boccaccio e trattano temi complessi; infatti il Pentamerone fu dedicato dal novellista barocco ai membri dell'Accademia napoletana degli Oziosi e quindi ad un pubblico adulto. L'opera era destinata al divertimento delle corti, eppure la corte-giuria del Festival del Cinema di Cannes non ha premiato con l'ambita Palma d'Oro il metaracconto del regista di Gomorra e Reality.

 Il racconto dei racconti è visto come un carnevale perpetuo, in cui tutto ruota, si costruisce e si disfa intorno alla carne, la carne intesa nelle sue principali declinazioni: sesso, violenza e cibo. Proprio attraverso questa categoria possiamo leggere l'intera opera. Così ne “La cerva fatata” la regina (Salma Hayek) desiderosa di avere un figlio, sacrifica la vita del marito re (John C. Reilly) pur di stringere a sé il figlio tanto bramato. La ricompensa del sacrificio è il cuore di drago marino che la regina dovrà mangiare per riuscire a diventare gravida; suggestiva la sequenza in cui la regina, sola nella stanza da pranzo grande e bianca, divora quel cuore con la solennità di un vero e proprio rituale di fertilità.

 

Ne “La pulce” il sovrano (Toby Jones) non vuole che la figlia (Bebe Cave) si emancipi da lui e dal castello loro dimora, mentre lei sogna un futuro da favola con il consueto principe azzurro. Il regnante prende a cuore una piccola pulce che l'abbondanza del cibo offertole la farà morire soffocata; esattamente come si sente la figlia, che per la folle gelosia del padre si ritroverà sposa di un orco, marito che ucciderà perchè da questa morte dipenderà la sua vita.

Infine “La vecchia scorticata” racconta di un re erotomane ( Vincent Cassel) sempre affamato di carne fresca che si lascia attirare dalla celestiale voce di un'anziana donna (Hayley Carmichael) la quale, con la complicità della sorella (Shirley Henderson), nascondendo la propria vecchiaia, riesce con un inganno a soddisfare le voglie del re ma, quest'ultimo, scoperto l'arcano e inorridito dalla decadenza di quel corpo con cui ha giaciuto, la fa lanciare dalla finestra. L'anziana viene soccorsa da una maga dei boschi, la quale vince il tempo, riportandola alla giovinezza e la sorella pur di continuare a condividere con lei la sua vita, si fa scorticare viva da un arrotino, convinta così di tornare ad essere bella e giovane come la sorella.

Le tre storie raccontano di rapporti umani consumati, di uomini scorticati sino a poterne toccare l'intima fragilità.

Impegnativi i temi trattati da Garrone, ma prima ancora da Basile: dualismi come la vita e la morte, la giovinezza e la vecchiaia, la ricchezza e la povertà, l'uomo e l'animale, libertà e prigionia, emancipazione e abnegazione, riscatto e sacrificio; e restituisce, attraverso l'intreccio di questi racconti, un ricco ventaglio di sentimenti umani: crudeltà, passione, tristezza, gioia, desiderio.

Con quest'ultima produzione, la poetica di Garrone si inserisce a pieno titolo nel cinema contemporaneo, un cinema che rilancia la favola, che punta al genere fantasy con ambientazioni medievaleggianti e che rielabora racconti popolari di origini antiche: è il ritorno alla fiaba, una regressione verso i miti e dunque verso racconti di fondazioni che narrano l'origine dell'universo, dell'uomo, delle piante e degli animali, della società; in altre parole della cultura. Il cinema postmoderno enfatizza e riflette l'attuale dimensione della crisi, culturale e morale prima ancora che economica, nella quale riversiamo ed è in questa ottica che l'opera di Garrone  risulta di facile comprensione: il bisogno di un ritorno alla fiaba, del mito come ordinatore della realtà, contenitore di valori e potente strumento dal potere educativo.

 

Luana Di Tommaso

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