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Come nel libro anche nel film la cuoca del presidente arriva dal Périgord, regione del sudovest della Francia, propone una cucina genuina e lo fa divinamente, è una donna intraprendente e coraggiosa e la sua presenza all’Eliseo ha scatenato invidie e indignato gli animi di numerosi chef che non hanno mai visto di buon occhio una chef… donna! Gelosie e dispetti inducono Hortense ad abbandonare le cucine di palazzo e rifugiarsi nell’arcipelago antartico delle Crozet per una speciale missione, e da lì con continui flashback ripercorre l’esperienza nelle cucine di palazzo e la delicata amicizia che l’ha legata al presidente della repubblica.

Il presidente apprezza particolarmente  la cucina di Hortense perché è vera e ricorda  quella della nonna, si discosta dall’omologazione e mira alla riscoperta di ricette legate alla tradizione. Nel film diretto da Christian Vincent, girato all’Eliseo durante il mandato di Sarkozy, il cibo sembra coprotagonista accanto alla testarda  Hortense che non ha voglia di stare alle regole, non accetta etichette e fornitori, e cerca di non preoccuparsi di essere presa in giro dalla brigata di cucina. Il suo obiettivo è quello di offrire al presidente il meglio della Francia,  celebrandone prodotti e  cucina.

I riferimenti alla politica non mancano ma  vengono ben digeriti dalla politica che segue e fa  Hortense. Lei grintosa e innamorata del suo lavoro tra un cavolo nero farcito al salmone, patate alla Julia e una deliziosa Saint-Honoré non fa scorrere tutto liscio come l’olio.

 

Floriana Schiano Moriello

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