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On the stage
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Ha fatto parte di tanti fortunati successi e vanta prestigiose collaborazioni come con Roberto De Simone, Giuseppe Patroni Griffi, Nicola Piovani e Luca De Filippo. Indimenticabili le sue versioni delle canzoni di Viviani, per me, le più intense della scena teatrale contemporanea. Per chi si trovasse a Napoli sabato e domenica sarà al Nuovo Teatro Sancarluccio con “Concerto in Blu” un omaggio a Domenico Modugno, vincitore del biglietto d’oro premio che va allo spettacolo più richiesto e più visto della stagione . Un racconto cantato con arrangiamenti rivisitati di uno dei più amati musicisti della nostra storia contemporanea con una serie di blocchi recitati in prima persona, provenienti da diari e scritti vari, messi insieme da lei.

Intervisto Lalla Esposito che, in realtà, non mi lascia neppure il tempo di fare domande a proposito della sua nuova peculiare passione: i cup cake. Ne fa di bellissimi di ogni sorta e dimensione, delle vere e proprie sculture dolciarie, gioiellini golosi e invitanti per vista e palato.

cup cake Lalla Esposito

Come è nata questa passione visto che non sì una cuoca che si diletta? 

Parto con il dire che io non so affatto cucinare, non mi ci sono mai messa, non lo faccio. L’ispirazione me l’ha data il programma della Parodi che in cucina è davvero una frana, rovescia le cose, è assolutamente improvvisata come cuoca e ho pensato che se poteva farcela lei dovevo provarci anche io. Per caso mi sono trovata tra le mani un inserto uscito da un settimanale tutto dedicato ai cup cake e ho voluto mettermi alla prova. C’è da dire che ho studiato all’istituto d’arte, e che il decorare oggetti, il decoupage, l’ornamento, in genere, mi sono sempre piaciuti moltissimo. La considero una sorta di terapia, mi rilasso, mi distraggo e mi piace sperimentare. Adoro la precisione e ho una spiccata attitudine al rigore formale, retaggio del mio lavoro. Il teatro, la musica, sono fatti di talento sicuramente ma di tanta disciplina, esercizio, ripetizione… Fatti i primi ho cominciato a diventare sempre più precisa, a farmi da sola le micro decorazioni in pasta di zucchero. A inventarmi forme e colori. Sono talmente fissata che addirittura il pirottino di carta che contiene il dolcetto deve avere una tinta che ben si sposa con la decorazione che andrò a fare. Questo laboratorio, infatti, lo apro di notte, per diversi motivi, il primo perché soffro di insonnia da sempre, poi, perché non vengo disturbata da nessuno e poi perché sono talmente critica con il mio operato che se il risultato finale non mi convince sono capace di buttare via tutto al di fuori di giudizi esterni e occhi indiscreti. Essendo la regina delle contraddizioni ti dico che a me i dolci non piacciono nemmeno. Li regalo ad amici, ai vicini, posso dire con un certo orgoglio che a Mergellina, quartiere dove vivo, mi sento più rispettata, mi vogliono più bene. Chiunque li abbia assaggiati dice che sono molto buoni, e cerco di essere ancora più precisa di quelli che si trovano nelle pasticcerie. Manlio Santanelli, (famoso drammaturgo partenopeo) le ha definite micro sculture. Pare quasi che non abbia fatto altro per tutta la vita. Per Pasqua sto sperimentando dei bellissimi coniglietti che poi ti mostrerò. Sono lavori di cesello e miniatura in alcuni punti, questione di millimetri. Ci vuole passione e attenzione oltre che una buona manualità.

Progetti per il futuro?

Il prossimo spettacolo che girerà nei saloni del “Teatro cerca casa”, ha il titolo di “Nino” ed è un omaggio alle musiche da film di Nino Rota. Musiche che, ho scoperto, hanno tutte un testo scritto da parolieri importanti. Nel nuovo spettacolo non si abbandona mai la musica, neppure nelle parti recitate. Ho voluto omaggiare il cinema del grande Fellini, con le musiche di cinque suoi grandi film, ma anche Film d’amore e d’anarchia, Il Padrino, Gian Burrasca. Una visione di Rota ad ampio spettro. Uno spettacolo più complicato di quello su Modugno che accarezza e commuove lo spettatore, anche perché fa parte del background culturale di tutti noi. Quello su Nino Rota induce di più alla riflessione, è meno immediato ma, credo, più stimolante e che mi appartiene di più. Ancora più affini a me sento Gaber, Kurt Weil, Brecht, ma quando entri in una casa sei un’ospite che deve rispettare gli altri convitati, non puoi parlare una lingua diversa e devi essere più vicino all’animo di chi ti accoglie. Per questo questa scelta che pur non essendo commerciale di certo fa parte del nostro patrimonio di ricordi musicali e visivi.

Carmen Vicinanza

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