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A vedersi, pare quasi un Mangiafuoco collodiano, mentre si dimena tra fuochi e fornelli. Eppure dietro quest’uomo, c’è la storia di un grandissimo artista della cucina, che nel suo agriturismo a Usigliano di Lari (provincia di Pisa) ha dato nuovo senso agli alimenti “naturali” tra cui vanno annoverate le famose uova nuove, una qualità montata a puntino grazie alla selezione delle razze (la gallina livornese), l’alimentazione deluxe (il latte di capra della fattoria). E con il suo camper delle magie va in giro ad allietare i palati.

È la quarta volta che Paolo Parisi è ospite di Campania Mia, qui a Napoli. Campania mia è il primo centro tesserato Slow Food, nel 2011 ed è stata la prima bottega  a Napoli,  ad aver utilizzato le uova di Paolo Parisi, dando così il via ad una collaborazione che va avanti da anni.

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Come ieri sera, quando approdato nei pressi del centro Slow Food Campania Mia, ha dato via ad una sinergia culinaria senza precedenti. Per una dozzina di euro si è potuto degustare pietanze diverse per provenienza ma unite nel dare splendore ai loro territori di riferimento. Si parte con assaggi di Casatiello napoletano e bruschette con Nduja calabrese, si continua con un panino a scelta tra quello con Vacca grassa anni ‘60, olio Evo e sale dell’ Himalaya e quello con Papacella riccia napoletana del presidio Slow Food, melanzane e zucchine, e si finisce con Tris di panna cotta con caffè, menta o caramello salato di Giuseppe Di Natale e Valentina Trombetta e Panettone artigianale di Alfonso Pepe. Il tutto accompagnato da un Aglianico del Taburno 2010 (tre bicchieri Gambero Rosso) o un Piedirosso 2012 di Fattoria La Rivolta. O magari un liquore dell’Antica Distilleria Petrone. Ciò che maggiormente ha colpito è stata la veracità dei piatti, l’incontro con sapori ed odori dimenticati da tempo ma che vogliono (e devono) tornare alla ribalta anche grazie al filone intrapreso da Slow food con un ritorno a  vivere la enogastronomia come un piacere (e non come una noiosa necessità da Fast food) che sappia valorizzare le differenze culturali di ogni pietanza.

<< Parisi è un’artista del gusto e del bello, un pazzo nel senso buono della parola>> ci racconta Ciro Arenella, proprietario di Campania Mia, << Credo in Slow food perchè vuole dare al consumatore la verità, e Campania mia offre solo il massimo. Non per esibizionismo, ma per la ricerca che mettiamo nel ricercare prodotti genuini. Noi vogliamo andare sempre avanti, con passione, sempre migliorare, apprendere dal cliente, dal pastore, dall’artigiano.>>

Ma c’è un segreto nella cucina di Paolo Parisi? << Nessun segreto: coltivo cose naturali, per i miei panini utilizzo vacche vecchie di 6-7 anni. E dieci anni fa mi sono messo a cucinare. Mi piace creare, non sono un’artista, ma adoro provare cose nuove con ingredienti genuini>> ci dice tra un panino ed un altro.

Un discorso che andrebbe assolutamente approfondito e ripreso anche in una vetrina internazionale, quale potrebbe essere magari quella dell’Expo 2015.

Noi ci aspettiamo di ritrovarli lì.

Massimiliano Guadagno

Mariachiara Palermo

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