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Ricucito lo strappo con l’AVPN, la dirigenza di Gambero Rosso non ha più ritenuto opportuno presentare la guida nella location dell’Interporto di Nola Città del gusto Napoli e quest’anno l’evento si è tenuto solo nella sede di Roma, alla presenza dei premiati e un ristretto gruppo di “addetti ai lavori”. Grandi sorprese, se mai qualcuno le attendesse, non ci sono state. Restano al top per la sezione pizza napoletanaPizza napoletana i maestri della pizza in Campania (Sorbillo, La Notizia, Starita, Era Ora, Pepe in Grani, 50 Kalò, Da Attilio alla Pignasecca, Trattoria Fresco, Pizzeria Salvo da tre generazioni) ai quali si aggiungo i Fratelli Vuolo di Eccellenze Campane (grandi assenti dello scorso anno, come molti avevano fatto notare) e Villa Giovanna ad Ottaviano. Dal resto d’Italia entra un altro grande escluso dello scorso anno: Montegrigna by Tric Trac di Legnano. Gli altri premiati della sezione sono l’Enosteria Lipen di Triguggio, Palazzo Pretorio di Tavernelle Val di Pesa, Mamma Rosa di Ortezzano e Spirito Divino a Montefalco. La premiazione di pizzaioli da Toscana, Lombardia, Marche e Umbria in questa sezione è un segnale positivo: la pizza napoletana, millantata dalle varie pseudo-pizzerie napoletane sparse nel mondo, acquista sempre più dignità con standard definiti che raccolgono seguaci.

Nulla di nuovo nella categoria Pizza all’italiana. La Capitale si conferma il miglior posto dove mangiarla con La gatta Mangiona, Sforno e Tonda. La Sorgente a Guardiagrele e Liberty Pizza & Artigianal Beer di Torino completano la lista dei premiati.

Concludiamo la sezione delle pizze al piatto con la Pizza gourmet che genera numerosi dubbi, non tanto per i premiati bensì per la definizione:  impasti a lievitazione naturale, materie prime selezionate. Il disco di pasta diventa la base da condire con gli abbinamenti più insoliti, spesso cucinati come per veri e propri piatti d’alta cucina.

Appare evidente che in questa sezione rientrerebbero anche numerosi premiati nelle altre categorie, che annoverano nel proprio menù pizze “gourmet” d’indiscutibile valore, ma evidentemente Gambero Rosso vuole rimarcare la distanza tra la pizza d’elite e quella popolare. Dal Piemonte Pomodoro & Basilico a San Mauro Torinese. La vicina Lombardia e l’Emilia Romagna posizionano i propri cavalli di razza: Pizza Sirani a Bagnolo Mella e Dry Cocktails & Pizza a Milano, SP.accio a Coriano e ‘O fiore mio a Faeza. Toscana ben rappresenta con La Spela a Greve in Chianti e Apogeo a Giovannini Pietrasanta. Sul podio delle regioni più premiate nella categoria il Veneto con Ottocento Simply Food a Bassano del Grappa, I Tigli a San Bonifacio e Saporè Pizza e Cucina a San Martino Buon Albergo. Dalle Marche Urbino dei Laghi a Urbino e dal Friuli Mediterraneo a Brugnera. Chiude la categoria Roma con La Fucina.

pizza al taglioPassando alla pizza al taglio riconfermati i premiati dello scorso anno (Saporè Asporto a San Martino Buon Albergo, Menchetti ad Arezzo, Divina Pizza a Firenze, Angelo e Simonetta Pizzarium a Roma) ai quali si aggiungono Panificio Bonci di Roma (Gabriele bissa il successo di Pizzarium e aggiunge una nuova medaglia) La Masardona a Napoli, Pizzamore ad Acri e Pizzeria Bosco di Tempio Pausania. I Maestri dell’impasto di quest’anno sono Enzo Coccia e Renato Bosco.

Ne emerge un complessivo miglioramento del settore pizza, spinto da un mercato crescente in Italia e all’estero e dalla rinnovata attenzione mediatica sul prodotto. Il ruolo delle guide è proprio questo: spingere al continuo miglioramento del settore e stimolare una corretta competizione, di cui i clienti possano beneficiare. Ce lo auguriamo.

L.O.

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