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Talmente buoni da mangiare anche il piatto. Ma anche posate, bicchieri, pellicole protettive e tanto altro. È l’idea del packaging commestibile che stuzzica la mente di designers e scienziati e stimola la curiosità del consumatore. 

Addio vecchi imballaggi in plastica. Il futuro sono verrine in fecola di patate e cucchiai di mais. Ne guadagnano tutti: i creativi, gli utenti e l’ambiente. Un piatto in plastica impiega dai 100 ai 1000 anni per essere smaltito naturalmente: con Pappami solo il tempo di un morso gustoso. Pappami è infatti uno dei tanti esempi di food design inventato dalla Trentuno di Rovereto e che consente di conservare cibi solidi e liquidi per molto tempo. Come funziona? È semplice: il piatto Pappami è caratterizzato da una corolla con petali pre-incisi che si possono facilmente staccare e gustare unitamente alla pietanza; può essere surgelato, congelato e utilizzato nel forno a microonde ed è stato realizzato con ingredienti simili a quelli del pane.

Ma gli esempi sono molteplici. Stupefacente Wikipearl: una pellicola commestibile utilizzata per confezionare palline di gelato o di yogurt. Mangi tutto, pure il contenitore in un sol boccone. Talmente geniale da aver ricevuto il premio come una delle invenzioni più importanti del 2014. Lo scorso anno fece poi la sua comparsa al Salone del Mobile di Milano Ooho, l’acqua contenuta in una gelatina di alghe marine brune e cloruro di sodio.

E come dimenticare la mitica tazzina di caffè della Lavazza ed i cucchiai di cioccolato fondente realizzati dalla Lindt; oppure ancora l’idea proposta dalla catena di fast food brasiliana Bob's, che per un periodo ha servito i suoi hamburger avvolgendoli in una pellicola di carta di riso, da mangiare pure quella. Buon appetito!

Annarita Costagliola

 

 

 

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