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In effetti la mela annurca è piuttosto bruttina, dal colore non perfettamente uniforme, ma, una volta addentata, sprigiona un aroma e un profumo unici, un sapore inconfondibile di inaspettata quanto gradevole acidità tipica del frutto. Il biancore e la croccantezza della sua polpa, unita alla succosità, le hanno fatto guadagnare l’appellativo di Regina delle mele. Ma guai a toglierle la buccia! Ama rimanere vestita della sua parte più virtuosa, ricca di sali minerali e vitamine.

Fuori il giallo e il rosso d’autunno, dentro il candore della purezza, un binomio che rispecchia perfettamente la contrapposizione tra il bene e il male, due metà dello stesso frutto. Da un lato pomo della discordia, “frutto del peccato”, dall’altro “una mela al giorno toglie il medico di torno”, quindi sapore, buonumore e soprattutto salute. Anti-cancro, anti-invecchiamento e persino anti-stress, i benefici della mela annurca sono conosciuti da secoli. Lo dimostrano diversi dipinti raffiguranti il frutto rinvenuti negli Scavi di Ercolano, in particolare nella Casa dei Cervi, che enfatizzano il suo legame con la tradizione campana. Plino il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, la chiama “Mala Orcula” in quanto prodotta intorno all’Orco (gli Inferi), nell’area dell’agro puteolano. Da qui il nome “orcola”, poi “annorcola” fino all’attuale “annurca”.

Attualmente la Melannurca Campana IGP viene tradizionalmente coltivata a Giugliano e nei Campi Flegrei in provincia di Napoli, nel Maddalonese e nel Beneventano. E’ in quest’ultima zona, specie a Sant’Agata dei Goti, che il tortino e il liquore alla mela annurca (detto anche “annurchino”) stanno riscuotendo un successo senza precedenti.

Un frutto particolare, in grado di conquistare tutti (e tutto!). La particolarità è anche nella produzione, molto caratteristica. Viene raccolta prematuramente a fine ottobre e per due-tre settimane viene fatta arrossare al sole su dei letti di paglia detti “melai”, girate di tanto in tanto per far si che tutte le parti si colorino a puntino! Baciate dal sole, pronte a stregare i più golosi fino alla fine dell’inverno.

 Valeria Vanacore

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