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Essere e benessere
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La dieta mediterranea è stata per anni un tema diffuso tra nutrizionisti e medici, chiacchiera da palestra e periodico di “disinformazione”, una specie di vaga religione alimentare avvolta d’alone e fumo. Il risultato del convegno internazionale, organizzato dal neonato MedEatResearch e l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, l’ha messo chiaramente in luce a tre anni dal riconoscimento come Patrimonio intangibile dell’umanità Unesco: ancora molto deve essere fatto per diffonderne la conoscenza e comunicazione nel mondo. 

Parlare di oggetto culturale patrimonializzato dalla società, di patrimonializzazione culturale come scelta politica, risulta accademico e lontano dal livello di comprensione collettiva e rischia d’immergere quest’articolo nel fumo ancora più impenetrabile del dogma espressivo dello studioso. Semplificando all’estremo: la dieta mediterranea non è un’accozzaglia di ricette e prodotti, né tantomeno la formula per salute e vita eterna o almeno non solo questo; è un codice culturale stratificato e complesso, frutto dell’altrettanto complesso intrecciarsi di contesti geografici, condizioni economiche e produttive, usi e costumi delle popolazioni raccolte intorno al Mediterraneo, mare fulcro di culture. E’ la verdura scottata con olio evo, il pomodoro e la sarda arrosto ma anche il sudore del contadino, il lavoro in barca e nei campi. La longevità cilentana osservata da Keys nel corso delle sue ricerche a Pollica è frutto di quel clima, non solo meteorologico ma anche sociale, di quel lavoro e dei prodotti buoni che la terra offre a chi la cura e rispetta.

Suona poetico e lo è, come ogni aspetto dell’affascinante e complessa cultura umana.

Intanto la Biblioteca del Suor Orsola grazie all’impegno del MedEatResearch, diretto da Marino Niola, metterà finalmente a disposizione di ricercatori e studenti tutti i testi tradotti del grande biofisiologo statunitense, per colmare un vuoto nazionale durato decenni. Un’opportunità unica di conoscenza e approfondimento.

Ci muoviamo fiduciosi verso futuri studi che superino l’approccio neoromantico alla dieta mediterranea, spazzando via la gerarchia del cuore dal discorso medico moderno (il 14 novembre un articolo di Antonio Corbo su Repubblica attaccava: E’ la dieta del cuore), come accuratamente spiegato dal professor Giovanni Pizza, ed esaltino il valore onnicompresivo e complessivamente salutare dello stile di vita cilentano studiato da Keys.

Se non ci avete capito molto e desiderate approfondire, il nostro consiglio è seguire Tarallucci e Vin per essere sempre informati su eventi e convegni sul tema, visitare la biblioteca Unisob in attesa dei nuovi testi, andare a vivere in Cilento e seguire i precetti antichi di frugalità, lavoro e verdura a palate!

L.O.

 

 

 

 

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