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Dal colore bruno, verdastro oppure nero sembra un sassolino piccolissimo. Chi crederebbe mai che è un legume gustoso, proteico e in via d'estinzione. Il suo nome scientifico è  "cicero lativium", in dialetto è conosciuto come "maracuoccio", e se ne ricava una polenta che sa di tradizione. A prepararla sono in pochissimi.

N. è uno di loro e non ne è mai stanco. Sempre sorridente inizia a raccontarmi di come ha iniziato la sua avventura quasi all'indietro nel tempo eppure progettando per il futuro.

<< Sai era una stretta al cuore ogni volta che l'ultima auto dell'ultimo turista andava via. Il paese da quel momento in poi sarebbe tornato più tranquillo, ma anche più vuoto. Con mia moglie ci sentimmo di fare qualcosa per risvegliare tutti dal torpore. Come un posto dove potersi incontrare anche nei mesi più freddi, tra gli amici del luogo per goderci il bello di vivere in una piccola realtà come Camerota>>. Fu così che rilevando un locale all'interno di un tipico camping della zona, nacque "Mericucciata", ristorante il cui nome ricorda la migliore delle cuoche cilentane, nonché la preparazione che si ottiene dal maracuoccio.

N. mi serve la sua polenta in un tegame di terracotta lavorato dagli stessi artigiani locali, ad avvalorare il contributo del contenitore e del suo materiale per la riuscita del sapore. Accompagnata da funghi e broccoli, come da tradizione, la maracucciata è il piatto forte delle bravissime cuoche di Lentiscosa, piccola frazione del comune di Camerota in Cilento che offre al piccolo legume le condizioni ideali per continuare a crescere. Qui la terra è  secca eppure estremamente fertile, arricchita col sale del mare è rigenerata dal fresco dei monti. Sua Maestà Tradizione comanda pure che i baccelli di maracuoccio vengano essiccati al sole, poi ridotti in farina con una macina manuale. N. mi descrive la delicatezza delle sue piantine, che meritano tutta la premura possibile per essere coltivate costringendolo a sveglie all'alba pur di innaffiarle col fresco.

Finita la cena mi mostra orgoglioso un volantino che riassume il suo progetto: il maracuoccio deve essere difeso e un presidio Slow Food può essere una buona occasione.

Un presidio è un marchio a difesa della tradizionalità di una piccola produzione, e ideato dall'associazione Slow Food assicura che tanto i produttori quanto i consumatori possano godere dei buoni frutti di una produzione autentica, libera dai condizionamenti del mercato. N. è convinto che solo creando un presidio a tutela del maracuoccio si potrà aggirare il rischio di estinzione del legume cilentano. Inoltre, e ne è certo, sarebbe una valida opportunità di diversificazione imprenditoriale per l'area, altrimenti dedicata solo al settore turistico.

N. ammicca guardando il figlio << Bisogna convincerli i giovani! Questi qua non hanno voglia di stare a lavorà nelle terre! I nostri vecchi ci hanno allevati tutti con la maracucciata, e ancora abbiamo abbastanza spirito per far tutto!>>. E gli occhi gli brillano e gli si scalda la voce tanto da trasformarsi ai miei occhi in un eroe della biodiversità. << C'è bisogno di aumentare la produzione del nostri legume maracuoccio >>, continua, << Altrimenti non potremmo assicurarli a tutti i consumatori che li apprezzeranno per mezzo del presidio>>. Perché li apprezzeranno, lui ne è sicuro.

E mi ha convinta, ma non c'è voluto molto. Solo (si fa per dire) un legume che sta per scomparire, un olio d'oliva dei più genuini come ingredienti essenziali di un piatto esclusivamente servito dalla sapienza artigiana. E poi una passione, un credo. Che non potranno mai scomparire.

 

* Per sua richiesta il protagonista della storia raccontata è menzionato solo con l'iniziale del suo nome. 

 

Federica Mazza

 

 

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