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Nella cucina di tradizione napoletana esiste un termine, una semplice parolina. L’espressione è Monsù – o anche Monzù – e fu nell’ottocento e negli anni a cavallo, il termine che indicò il cuoco in grado di riuscire a creare piatti d’eccellenza anche utilizzando ingredienti poveri.

Quei cuochi nato sotto il segno di Ferdinando IV “re lazzarone” e la sua consorte Maria Carolina, diedero vita a quella che oggi rappresenta la grande cucina di tradizione napoletana e siciliana.

La parola è la versione, rielaborata in vernacolo, di monsieur, assegnata nella versione partenopea - Monsù appunto - a quei cuochi che servivano in case nobiliari, dando un tocco di eleganza e originalità. I Monsù in origine operanti su Palermo e Napoli, in origine furono francesi, ma poi subentrarono i cuochi del posto, che ereditarono l’appellativo distintivo di Monsù.

A questa grande cultura del cibo è dedicato, in pieno centro storico, in via San Domenico, un ristorante che inaugura giovedì 5 luglio alle ore 19. Sarà l’esperto di cose napoletane Amedeo Colella a traghettare gli intervenuti alla inaugurazione, per scoprire origine, aneddoti, retroscena di tanti piatti tipici della grande storia napoletana.

L’incontro con la cucina francese, da queste parti, ha dato vita al ragù, ai patè, ai soufflé, ai maccheroni in crosta, al gateau, al sartù e tante altre delizie che quando arrivano in tavola, regalano tutta la loro solennità prima di essere degustate.

Tanti altri succulenti piatti, assicurano Marco Funeroli e Ferdinando Vesi, saranno presenti nel ricco menu.

Sono previsti interventi a sorpresa di ospiti musicali.

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