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Aggiungi un posto a tavola, a Scampia. Basta fermarsi da Chikù, il ristorante italo-romanì che fa dell’integrazione a tavola il punto di partenza per una rivoluzione culturale.

Sapori che si contaminano, ricette che si intersecano, gusti che si scambiano: Chikù scommette sulla cucina intesa come “luogo” di incontro tra culture e tradizioni diverse per contrastare fenomeni di discriminazioni scaturiti da paure, pregiudizi e poca consapevolezza dell’altro. Un progetto che nasce dall’iniziativa dell’associazione Chi rom…e chi no  che con La Kumpania ha realizzato la prima impresa sociale formata da donne rom e italiane.

Al di sopra dell'Auditorium e con vista panoramica sulla villa comunale, Chikù è stato pensato e fortemente voluto nel cuore di Scampia, il quartiere napoletano troppo noto per tristi vicende ma che ha in sé la forza e la determinazione di chi vuole affermare la propria identità, le proprie radici e l’orgoglio di appartenenza anche a partire dal confronto quotidiano con chi ha un altro bagaglio culturale. La comunità rom e quella di Scampia si sono così incontrate, non per cancellare le differenze, ma per esaltarle e trarre proprio da queste occasioni di crescita e di sviluppo, anche economico.

Da Chikù si cucina così, scambiandosi ricette, amalgamando ingredienti, creando nuovi piatti. La scoperta dell’altro attraverso il cibo: una formula semplice ma vincente che avvicina e unisce due mondi.

Il menu cambia quotidianamente e le pietanze sono preparate con cura e attenzione. Pasta e fagioli con le cozze, parmigiana di melanzane, ma anche moussakà vegetariana e cevapci con crema allo yogurt: un esempio di come i sapori della tradizione gastronomica napoletana si fondono con quelli della cucina romì.

Ma Chikù non è solo gusto. È cultura, incontro, laboratori pedagogici e numerose altre iniziative. A Scampia, dove oltre “le vele” c’è di più.

Annarita Costagliola

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