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Il Bonne Biere di Parigi, scenario di uno degli attentati del 13 Novembre, riapre.

La vita deve andare avanti, e non è un modo di dire, ma soprattutto un’esigenza e tanto vale farci i conti prendendosi la responsabilità di fare il primo, fondamentale, passo.

 

Il titolare, coscienzoso imprenditore parigino, si è posto il problema di risistemare l’ambiente con qualche accorgimento di stile e design, per dare un taglio con quanto accaduto sino a quel giorno. La sua volontà specifica è di dare nuova vita al quartiere.

Basteranno? Sono sufficienti delle pareti riaffrescate? Un pavimento ricoperto da un telo?  Quale sarà lo spirito dei frequentatori del bar, “il bar della rabbia” come canta Alessandro Mannarino (cantautore romano) in uno dei suoi testi migliori.

Sulle note della sua canzone propone un brindisi, in bicchieri pieni di rancore:

”E brindo a chi è come me, ar bar della rabbia o della Arabia e più bevo e più sete me vie sti bicchieri so pieni de sabbia.”

 Probabile che il sentore rasposo della sabbia è proprio come il desiderio di risvalsa si insinua odiosa nelle bocche degli avventori del Bonne Biere che, guardandosi intorno, si chiederanno perché lì, perché proprio a loro è dovuta capitare tanta violenza. Quella sensazione sarà addolcita dalle scene della vita quotidiana che torna a scorrere fuori dal locale dove “ viene sera e cè il tramonto” e penseranno in un francese tradotto nelle parole romanesche di Mannarino :

“ nun me guardo ndietro... guardo er vento.” ai “quattro ragazzini hanno fatto nastronave con npò de spazzatura vicino ai secchioni, sotto le mura dove dietro nun se vede e cè naria scura scura. Ma guarda te co quanta cura se fanno la fantasia de stavventura”.

 

Non resta molto da rimurginare, ma piuttosto alimentare la fiducia del futuro e darlo in mano a chi con spensieratezza ha diritto a scordarsi la rabbia per costruire un futuro di pace. Bisognerà ringraziare ancora il gestore del Bonne Biere per la sua forza d’animo e considerare che infondo

 “la cosa più sfortunata e pericolosa che (ci è) capitata nella vita è la vita, che una vorta che nasci, giri... conosci... intrallazzi... dalla vita vivo nunne esci...”.

Vale la pena viverla, senza timori.

 

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