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In vino veritas
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Scommettiamo quello che volete: il Moscow Mule farà stragi di cuori questa estate, così come già si sta ritagliando fin da ora una certa popolarità. In fondo basta buttare uno sguardo: una tazza di rame colpisce subito all’occhio oltre che essere utile per conservare tutte le varie sfumature gusto-olfattive.


Ma cos’è questo drink che sembra provenire dalle fredde lande russe? Altro non è che una miscelazione di vodka (4,5 cl) a cui si aggiunge ginger beer (12 cl) e lime (0,5) e una fetta di limone ad ornamento. Lo abbiamo provato di recente e ci ha convinto in toto: il lime associato al ginger beer punta tanto su una freschezza e tendenza acida solare e rinfrescante quanto alla “spinta” pungente dell’estratto di zenzero. E la vodka amalgama il tutto senza andare oltre il necessario.

L’origine del drink risale a poco prima del secondo conflitto mondiale, quando John G. Martin, da poco proprietario dell’ora nota Smirnoff, e Jack Morgan, gestore di un noto locale di Hollywood il Cock’n Bull decisero di associare i “propri prodotti” per favorire le vendite. Detto così sembra tutto facile e fortuito ma stiamo parlando di una fusione sulla carta da suicidio commerciale: sia perché la Vodka non era per nulla in voga come ora sia perché pubblicizzare un prodotto fondamentalmente russo (pardon, dell’Unione Sovietica) all’epoca in territorio a stelle e strisce era quantomeno discutibile.

Invece il cocktail riscosse fin da subito un enorme successo che venne ampliato grazie a campagne marketing ad hoc fatte negli anni successivi. Basti pensare che lo stesso Woody Allen ha portato il prodotto in decine di suoi film. Negli anni sono nate decine di varianti, alcuni a base di gin altri di bourbon, ma noi preferiamo restare fedeli alla ricetta originaria dal sapore intrigante ed estivo.

 

Massimiliano Guadagno

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