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In vino veritas
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Al termine di una battaglia decennale, l’Italia e il Veneto hanno ottenuto il risultato: le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio dell’Umanità. A Baku, in Azerbaijan, la 43.ma sessione del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco ha dato il via libera alla candidatura con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato, un risultato probabilmente superiore alle aspettative per un dossier complesso e la cui approvazione era stata rinviata lo scorso anno, facendo temere una possibile bocciatura per questioni legate alla tutela del territorio. La compattezza delle forze schierate a sostegno della candidatura di Conegliano e Valdobbiadene, dal governo nazionale a quello regionale (con il governatore Luca Zaia, l’uomo della svolta per il Prosecco fin dai tempi in cui era ministro delle Politiche agricole, schierato in prima persona), ha fatto la differenza.

Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono il 55° sito italiano Patrimonio dell’Umanità e il secondo direttamente legato al vino, dopo i paesaggi vitivinicoli del Piemonte (Langhe, Roero e Monferrato) che si imposero nel 2014. In realtà, la classifica comprende diversi altri luoghi Unesco dove regna la viticoltura, dalla val d’Orcia all’Etna passando per le Cinque Terre, ma soltanto nel Piemonte e nell’area del Prosecco superiore compare esplicitamente il vino a definire il territorio.

Per Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco superiore di Conegliano Valdobbiadene, questa vittoria rappresenta al tempo stesso un punto di arrivo e un punto di partenza. “Fin dall’inizio e per l’intero percorso della candidatura, i produttori non hanno mai smesso di credere nell’unicità del paesaggio delle nostre colline ricamate dai vigneti, dai pendii impervi che richiedono fatica e lavoro interamente manuale”, ha affermato Nardi. “Parlo di traguardo, anche se il riconoscimento non rappresenta il punto di arrivo, ma un’importante tappa di un percorso che mira alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico ed agricolo presente in questo piccolo territorio, noto per il suo prodotto principe, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”. E il Consorzio di tutela in sintonia con l’Associazione di gestione del sito, di nuova costituzione, ha affermato che rivolgerà le proprie attenzioni alla conservazione e alla manutenzione dei beni paesaggistici iscritti, con particolare attenzione alle raccomandazioni Unesco per la tutela e la valorizzazione di questi “a favore delle future generazioni, in coerenza con l’obiettivo di un equilibrato e armonico sviluppo economico e sociale”. Il primo aspetto che sarà affrontato dalle parti coinvolte sarà uno sviluppo controllato del turismo nel territorio, gestito e indirizzato con un approccio sostenibile.

Oltre a Veneto e Piemonte, ci sono otto siti mondiali legati al vino e iscritti alla categoria di paesaggio culturale da parte di Unesco. Si tratta dell’Alto Douro e di Pico Island in Portogallo, del Tokaj in Ungheria, di Lavaux in Svizzera, di Champagne, Borgogna e Saint-Emilion in Francia e di Wachau in Austria.

La Redazione

 

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