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In vino veritas
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Ecco a voi OAK Master, il tappo innovativo creato dal valenciano Samuel Soriano, che vi permetterà in poche settimane di trasformare un fetente Tavernello in bottiglione da due litri o il vino sfuso del contadino ciociaro, in una ricca, complessa ed elegante spremuta di legno pregiato. Il gusto e il grado di tostatura lo decidete voi dal ricco catalogo dell’azienda estremodureña, dal classico rovere francese al mediocre americano fino alla betulla passando per il ciliegio e il noce. Non siete eccitati dall’idea di trasformarvi da mediocri bevitori incoscienti in artefici del vostro vino?

Le chips di legno tostato nei tini d’acciaio sono ormai una pratica diffusa trai paesi della viticoltura emergente e trai produttori “moderni” del nostro vecchio continente. L’evoluzione tecnologica ed enologica ha migliorato questa tecnica di affinazione spinta e ne hanno consentito la legalizzazione in Europa nel 2006, tra tante proteste e malcontenti.

Competitività, si chiama. Perché il vino è prima di tutto una barca di soldi, un moltiplicatore di denaro che deve lottare per imporsi nei mercati mondiali. Se in Nuova Zelanda usano i trucioli per abbreviare i tempi di affinamento e vendere vini dal gusto maturo a 10$ a bottiglia, il mercato europeo deve trucioli vinoadeguarsi per non soffocare. Si rende competitivo, appunto. La Penfold’s australiana, controllata dalla Philip Morris, la Gallo Winery californiana e la Concha y Toro cilena, così come molti grandi e medi produttori nelle aree della nuova vitivinicoltura e nell’Europa dell’innovazione, producono e smerciano spremute d’uva intinta nei truccioli, che incontrano i gusti dei consumatori alla ricerca di vini cool e a buon prezzo. Se Parker concorda e sponsorizza, tanto meglio.

In Italia questa pratica è tutt’ora vietata per i VQPRD, nonostante pareri distinti e fazioni belligeranti: i classicisti arroccati intorno alla tradizione contro i modernisti sostenitori del potere del mercato.

L’invenzione del tappo miracoloso aggira in un istante la regola e consente al consumatore di modificare a piacimento il proprio vino preferito: un notevole salto di qualità, è innegabile. Nell’intento dei produttori si tratta di un dispositivo innovativo che coinvolgerà produttori, consumatori e ristoratori nella fase di affinamento del vino in bottiglia, spazzando via la cattiva abitudine ai tappi di silicone. Quali nobili intenti!

La barrique ha impiegato anni per convincer di essere uno strumento meraviglioso capace di valorizzare grandi vitigni, grazie all’unicità del processo di ossido-riduzione che s’innesca all’interno. C’è voluta la competenza di produttori oculati, ben consci della potenzialità dei propri vitigni, ardimentosi il giusto per barriquelasciare la via vecchia per la nuova. Si giocava su sottili equilibri, per far si che il vino s'arricchisse nella botte piccola, piuttosto che appiattirsi alle note aromatiche del rovere. Forse anche i trucioli, con la giusta competenza e accortezza nell’utilizzo, possono rivelarsi utili nell’abbattimento dei costi di produzione e vendita. E’ una nuova tecnica enologica che si affianca alle tradizionali e necessita un tempo medio lungo per essere digerita da produttori e critica. Sia inteso: questi vini non hanno durata nel tempo, dovrebbero costare molto meno, essere etichettati e riconoscibili in maniera chiara dal consumatore.

Il tappo OAK Master con listello di legno multi gusto sembra invece una trovata poco convincente da destinare al vinaccio sfuso d’osteria. Il vino una volta in bottiglia è figlio di un pensiero enologico, ha una personalità e un carattere proprio. Va lasciato maturare con la giusta calma, se il genio e il temperamento presagiscono future glorie; oppure va decapitato e consumato in tempi brevi,se dimostra di essere nato già vecchio. Stuprarlo con un tappo al gusto di legno è un crimine che andrebbe punito con la pubblica gogna!

L.O.

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