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Chiunque abbia visto almeno un suo film non direbbe mai che Enrico Montesano sia un ‘comico malinconico’  - ma è proprio questo che traspare dal suo ultimo libro Confesso, edito da PIEMME e presentato al Teatro Augusteo martedì 24 Maggio scorso. Noi eravamo lì, e abbiamo raccolto qualche impressione per voi. Perché è facile cadere nel tranello del pensiero " attore che scrive una autobiografia, ricordi di carriera a manetta, elenco dei propri successi ’’. Per fortuna non è stato così.

Montesano colpisce d’impatto  per la sua spontaneità, quasi fosse un nostro padre od un nostro zio. Traspare divampante la grandissima autoironia e il suo ‘mettersi a nudo ’ pur rimanendo un’anima semplice, malgrado la sfavillante carriera che dall’età di 19 anni ha incastonato pietre miliari di successi nel suo percorso. Partendo dal debutto con ‘Humour Nero’ al Teatro Piccolo Goldoni, timido inizio da imitatore, fino a Febbre da Cavallo di Steno per arrivare al più celebre e celebratissimo Rugantino di Garinei e Giovannini, Enrico Montesano  - uomo poliedrico, erudito e , per dirlo in gergo ‘moderno’, multitasking - non si è fermato solo al teatro ma anche al cinema – che gli ha donato 3 meritatissimi David di Donatello – e alla politica, dove si è unito come eurodeputato al gruppo socialista europeo.

E’ proprio la politica uno dei punti focali del libro. Interessante è infatti la digressione sulla diatriba etica tra i genitori – madre socialista e padre fascista – che hanno reso l’infanzia e l’adolescenza di Montesano particolarmente peculiare – senza parlare dell’inizio riluttante di una carriera da geometra, presto accantonata a favore della meno retribuita, ma senz’altro più interessante, carriera teatrale e cinematografica.

Ma perché il titolo ‘Confesso’? Non suonerà un po’ inquietante? Per Montesano ‘confessione’ non viene vista nell’accezione negativa di ‘espiazione’, ma di liberare la propria storia, lasciarla fluire fuori con naturalezza , raccontarsi e condividerla, pur mantenendo qualche segreto – “che un uomo interessante ha sempre qualche segreto nascosto’’ Si potrebbe pensare ad una classica autobiografia da ‘sotto l’ombrellone’, ma Confesso contiene molto altro. Contiene infatti commenti sulla situazione politica contemporanea, il problema dell’immigrazione fuso con dei versi e sonetti scritti di suo pugno, flashbacks sul suo passato, in un melting pot di emozioni raccontate, sensazioni a pelle, considerazioni a caldo e a freddo, un particolare accento sulla fiducia verso i giovani, che per Montesano hanno " i mezzi e le capacità di preservare la bellezza di questo paese’’.

Quando gli si chiede qualcosa circa i progetti per il suo futuro, Montesano sfodera di nuovo la sua corroborante ironia dicendoci ‘’cosa vuol fare da grande’’. Sicuramente è in cantiere una nuova stagione teatrale -  con protagonista il sardonico Marchese del Grillo, questa volta però con un particolare accento sulla ricerca filologica del dialetto romano a lui tanto caro… e poi ancora teatro, teatro, teatro portando anche in scena semmai il suo  Il Conte Tacchia e magari un nuovo libro, nuovi impegni, sempre con la sua graffiante autosatira a detenere il podio.

Ma come fa Montesano a mantenersi così in forma, ad avere una mente così fresca e aperta a mille interessi? La risposta è proprio a tavola. Per Montesano mangiare è un piacere – da buon romano de Roma, come potremmo dargli torto! – ma il segreto è quello di non farsi del male ( diversamente dal suo ruolo ne Il Ladrone, di Pasquale Festa Campanile, dove memorabile è il segmento dove mangia un agnello intero ). Abolendo carne, pesce e formaggi – non tanto per ragioni etiche quanto per ragioni di salute, e alla domanda sul se Confesso  fosse una pietanza, l’attore ci risponde " un meraviglioso e colorato piatto di verdure miste ’’, così come misto – o forse è più preciso dire variegato – è il suo libro, che associa mille segmenti eterogenei, mille colori e sfumature diverse, pur preservando la propria totale, incondizionata genuinità.

 

Mary Sorbillo

 

Photo Claudio Porcarelli

 

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