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 Non bisogna però confondere il dott. Lecter con un antropofago tribale né con un moderno Polifemo, né tantomeno con il superstite di un disastro aereo o navale: al nostro eroe la carne umana piace cotta e cucinata in squisiti manicaretti.

La ricetta che proponiamo, tratta dal romanzo “Hannibal”, nel menu di un tre stelle titolerebbe: scaloppa di cervella umane con variazione di tartufo. Il piatto, di per se molto semplice, è reso complesso dalla necessità di ottenere il raro ingrediente principale: cervello umano fresco. Il procedimento seguito dal Hannibal the Cannibal è semplice ma richiede maestria nell’arte del macello: procuratevi un soggetto dal cervello sufficientemente grande -escluderei i politici Italiani ed in particolare quelli con le gambe corte e la testa grossa, tendenzialmente poco dotati- stordendolo con un tampone imbevuto d’etere; accomodatelo  su  una poltrona e legatelo con una robusta corda, anestetizzatelo e tagliate con molta cura  il cranio usando una sega da autopsia munita di lama e leva alza calotta. Sollevate dunque la parte ossea e provvedete a legare i maggiori vasi sanguigni per evitare che il cervello si inondi di sangue, donandogli uno sgradevole sapore ferroso. Il dott. Lecter consiglia per migliorare il sapore del cervello di far bere al “donatore” prima dell’operazione un infuso di prezzemolo e timo che ne esalta il gusto.

Passate quindi alla preparazione della salsa fondendo e rosolando a fuoco lento un bel pezzo di burro Charentes-Poitou AOP. Spegnete quindi la fiamma e aggiungete alla salsa lo scalogno e dei tritati. Tenete in caldo. Procedete poi a rimuovere, con un cucchiaio da tonsille, quattro fette del lobo prefrontale dal cervello ed immergetele rapidamente in una ciotola d’acqua gelata acidulata con succo di limone per farle rassodare. Trasferite le fette su un piatto, infarinatele e saltatele velocemente in padella con poco burro fuso finchè non saranno appena dorate su entrambi i lati. Servite su grandi croutons disposti su piatti leggermente scaldati. Grattate infine nella salsa rimasta nella casseruola un tartufo nero fresco di Norcia e aggiungete il succo di mezzo limone. Irrorate le scaloppe con la salsa e guarnite con fette di tartufo bianco molisano, prezzemolo e capperi interi di Salina. Accompagnate il piatto con un buon Borgogna bianco, un Corton-Charlemagne Grand Cru 2000 Bonneau du Martray.

La ricetta è realizzabile anche con cervella di vitello ma perdereste il fascino di sedervi … a tavola con il mostro.

Vittorio Orlando

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