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Dopo Cinquanta sfumature di fritto e Una frisella sul mare, l'argomento lo offrono i Mondiali in Brasile. Che ovviamente richiamano ricordi di trionfi e sconfitte del passato, ma offrono anche suggerimenti culinari per stemperare la tensione. Lala ha chiamato a raccolta scrittori e giornalisti, ognuno ha scelto l'anno del "suo" Mondiale scrivendoci su un racconto, introdotto da un richiamo musicale dell'epoca e da un breve riassunto di quanto accadeva in Italia e non solo. Come sempre partite e cibo sono un connubio perfetto, perciò parte del libro è dedicata non solo al calcio spiegato alle donne, ma anche a una antologia di "ricette mondiali", ognuna appartenente a un paese in gara, e alle proposte di "cucina mancina" per quanti mangiano differente per scelta o per necessità.

Campi di calcio e tavole imbandite, ricordi e rimorsi, rancori e lacrime. La storia dei mondiali di calcio intrecciata indissolubilmente alle nostre vite. Amori, amici, scuola, università, lavoro, famiglia, salute, viaggi, matrimoni, compleanni. Per ogni ricordo una partita. Per ogni partita un ricordo.

Il libro è una storia sentimentale e gastronomica della Coppa del Mondo: da Germania 1974 a Brasile 2014, i mondiali sono raccontati attraverso i ricordi e le narrazioni di Marcello Aprile, Dario Quarta, Mauro Favale, Peppe Ruggiero, Danilo Siciliano, Osvaldo Piliego, Fausto Romano, Simona Toma, Dario Goffredo, Gianluca Morozzi.

Nell’immaginario di tutti c’è una mangiata legata alle partite dei mondiali, soprattutto quelle della nazionale, da sempre sono legate a momenti di aggregazione, cibo e assaggi vari. Siamo un popolo che non perde occasione per la convivialità e la buona tavola. La manifestazione sportiva, poi, si svolge sempre in estate, quando la gente è più disposta a uscire per incontrarsi e organizzare cene e aperitivi. Un libro che mi ha intrattenuto, fatto riflettere, mi ha riportato a degli avvenimenti della memoria collettiva e agli intimi ricordi degli autori. Un lavoro collettivo fresco, giovane, divertente. Un’operazione onesta e sincera legata al vissuto e all’attività del curatore, Pierpaolo Lala, personaggio da continuare a tenere d’occhio, ideatore e fautore di tante interessanti attività legate al cibo, alla legalità, alla tradizione e anche all’innovazione.

 Consigliato non soltanto in periodo di mondiali.

Ho selezionato tra tutti, uno stralcio del libro che ci tocca da vicino in quanto napoletani, Maradona e l’autore del racconto, Peppe Ruggiero, ormai un vero punto di riferimento per il nostro giornalismo d’inchiesta. Autore di film, programmi televisivi, romanzi e racconti su cibo e consapevolezza alimentare e territoriale oltre che un grandissimo tifoso della sua squadra, il Napoli: "Un inno alla gioia. Inno a un campione. Mai normale. Non un calciatore qualunque. Non un uomo qualunque. Lui è Diego Armando Maradona. El pibe de oro. E da quel mondiale del 1986 io e tutti i napoletani non riuscimmo più a staccarci da quella faccia di scugnizzo. Dalle sue gesta. Dai suoi errori. Ci legava un cordone ombelicale. Che niente e nessuno poteva scardinare. E con quel mondiale anche il mio esame di maturità fu superato. E mi rimasero due certezze. Una che non avrei mai voluto più incontrare la Fisica sulla mia strada di studente. E la seconda più importante: "na finta e Maradona scioglie ‘o sang dint ‘e vene

Carmen Vicinanza

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