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Video preso dalla pagina ufficiale di YOUTUBE di Basement Café

 

Oggi, giovedì 10 dicembre, dalle ore 14.00 è online su Basement Café by Lavazza una nuova puntata condotta da Sofia Viscardi, ospiti Jorit e Michela Murgia. Tra arti visive e letteratura l’incontro apre prospettive sull’agire politico, sulle diverse forme di libertà.

 L’ultima puntata di questa terza stagione sarà poi on air giovedì 17 dicembre, con il confronto generazionale tra l’astronauta Paolo Nespoli e la giovane cantante Francesca Michielin, per un momento di riflessione sull’importanza del rispetto per l’ambiente per un futuro migliore.

 Inseguire ideali profondi e sinceri, radicali idee di libertà: come gli esempi di vita sono necessari in tutte le epoche, per tutte le generazioni. Sofia Viscardi ospita domani nel salotto blu di Basement Cafè lo street artist napoletano Jorit e la giornalista e scrittrice sarda Michela Murgia. L’attenzione è puntata sul tema delle arti visive quali forme di pensiero libero e liberatorio, su come essere se stessi e avere a mente gli ideali di giustizia sia, anche oggi, un progetto lungimirante e coerente.

Antonio Dikele Distefano, conduttore e autore del programma, nelle puntate precedenti ha affrontato il tema del futuro, fil rogue della terza stagione, con Massimo Pericolo, Tedua, Emis Killa e Lazza. Sofia Viscardi porta la sua conduzione quasi al termine della terza stagione, con i nuovi appuntamenti sul canale YouTube della fortunata serie, dove ha incontrato, tra gli altri le coppie Camihawke e Silvia Semenzin, Achille Lauro e Francesca Barra, Gad Lerner e Myss Keta. Tra passato e presente, per un nuovo futuro da scrivere.

Le storie degli ospiti parlano per loro. Talento per la scrittura, stile diretto, deciso, eppure semplice e sarcastico la rendono uno dei personaggi più apprezzati e seguiti dello scenario culturale italiano: parliamo di Michela Murgia, scrittrice pluripremiata, drammaturga e conduttrice radio. Una voce in difesa dei diritti civili, dell'integrazione, in lotta contro il sessismo, la violenza, le discriminazioni di genere e razziali: una voce in lotta per le donne, per i loro diritti. Al suo fianco Jorit: i suoi volti sulle facciate dei palazzi nelle periferie del mondo (da Napoli a Firenze) sono oggi anche sulle più grandi testate giornalistiche internazionali, come The Guardian, BBC, Middle East Eye, TeleSur, Euronews. Il suo lavoro è stato riconosciuto da critici internazionali (come Achille Bonito Oliva): il profondo realismo della sua arte urbana viene affiancato da una grande padronanza tecnica del mezzo pittorico: forti risultano i messaggi di natura sociale dei suoi murales (in cui sono comparsi i volti iconici, tra gli altri, di Mandela, Gramsci, Che Guevara, Maradona, Martin Luther King).

“Secondo me la cosa più importante è l’esempio di vita: fare delle azioni che in qualche modo possono dare ai più giovani possibilità di trovare dei punti di riferimento”, esordisce il trentenne Jorit: “Io per me ho grandi figure storiche, punti di riferimento che hanno fatto attivismo vero, che hanno perso la vita per quello che in cui credevano”. Le stesse che condivide con la Murgia, che mantiene un’idea ferma di cosa sia, soprattutto oggi, la ricchezza, la spinta che ci motiva e ci fa andare avanti ogni giorno: “Per me è il tempo: per quanti soldi tu guadagni, non puoi comprarti il tempo. Ognuno dovrebbe scegliere quanto lavorare per le proprie esigenze, in periodi della vita, senza che questo determini una discesa sotto la soglia di povertà”.

 Basement Cafè si conferma così finestra sul mondo dei media, tradizionali o meno, con le consuete pillole di cinema, che orientano il dibattito guidato da Sofia Viscardi. Questa puntata inizia dalla satira, pungente e corrosiva, che assottiglia il confine tra realtà e finzione, come quella di “Idiocracy” di Mike Fudge (2006), per poi ritrovarsi a “Il Divo” del 2008, di Paolo Sorrentino, ritratto caricaturale quanto accurato della figura del presidente italiano Giulio Andreotti. Prosegue con il classico “L’attimo fuggente”, film del 1989 diretto da Peter Weir e con protagonista Robin Williams, ispiratore di generazioni di ragazzi, fino all’iconoclasta “The Wolf of Wall Street”, di Martin Scorsese del 2013, esempio vizioso degli eccessi dei mercati finanziari.

 

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