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Esistono partite singoli, momenti indelebili che possono cambiare tutto in pochi istanti. Prendete ad esempio la Juve, diretta avversaria del Napoli. E’ in matta corsa per lo scudetto, e questo lo sappiamo. Ma la rovinosa caduta a pochi minuti dal traguardo in Champions che ripercussioni avrà sui bianconeri? Li destabilizzerà psicologicamente oppure l’impegno in meno settimanale darà aria ai loro polmoni? Ma pensiamo a noi. Anzi pensiamo che è Pasqua e che non potevamo non trattare questo evento nella nostra rubrica. Ed ecco quindi due amatissimi piatti sviscerati solo per voi in questa ennesima sfida tra titani.

 

Il Casatiello

Non proprio un peso piuma. E’ questo quello che verrebbe da dire a questa torta salata, tanto che a Napoli si utilizza la parola casatiello per definire qualcosa/qualcuno con un carattere abbastanza pedante e noioso. Ma tralasciando i giochi linguistici, la parola “casatiello” deriva da cacio, formaggio, uno dei componenti più presenti in questo piatto pasquale. Storicamente ne sentiamo parlare dal ‘600, precisamente da una favola di Giambattista Basile, La Gatta Cenerentola.
Stavolta più che la storia è decisamente più interessante il substrato simbolico religioso; la forma circolare con la disposizione delle uova vuole rappresentate il martirio subìto da Gesù Cristo, e la croce di pasta posta su queste ultime ne rafforza il concetto.
Calcisticamente il casatiello è composto solo da giocatori di una certa stazza, campioni che non la mandano certo a dire: formaggio, strutto, cicoli, pepe, uova, salumi vari cancellano qualsiasi velleità di virtuosismo tecnico a favore di un modus operandi fatto di sacrificio e forza bruta. Ma il sapore dell’insieme annulla qualsiasi possibile critica. Il casatiello non solo è un must della Pasqua ma è una delizia made in Naples assolutamente unica nel suo genere.

 

Torta Pasqualina

Risalente al XV secolo, anche questa torta unisce il sacro col profano. Si dice infatti che i fogli di pasta che la compongono sono ben 33 come gli anni di Cristo. Inoltre anche qui ritroviamo l’uovo, simbolo di vita e rinascita.
Un occhio di riguardo agli ingredienti: nonostante sia diffuso l’uso dei carciofi al posto delle bietole, solo queste ultime seguono il filone storico della ricetta originaria in quanto era più facile trovarle ad un prezzo abbordabile.
E sempre per colpa di ristrettezze economiche, al posto della ricotta si utilizza in Liguria la prescinseua una sorta di cagliata di latte “light”.
Tra l’altro questo piatto è il non plus ultra del pranzo pasquale, in quanto metteva in mostra le abilità delle casalinghe in una sfida all’ultima sfoglia.
Calcisticamente non ci si discosta più di tanto dai ragionamenti riportati per il casatiello: è un altro “bomber” della Pasqua, anche se l’elemento “green” rappresentato dalle bietole/carciofi e piselli la rende capace anche di movimenti leggermente più sinuosi. Anche se la sfida è, ovviamente, apertissima.

Massimiliano Guadagno