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Dopo la sconfitta contro la squadra di Mancini sembra sfumato per il Napoli il sogno dello scudetto.

Eppure ora più che mai è fondamentale crederci e non arrendersi anche solo fosse per preservare un secondo posto strameritato e fondamentale sia dal punto di vista economico che morale. Ecco perché è essenziale la partita che si giocherà questa sera allo stadio San Paolo contro il Bologna.

Intanto a tavola più che piatti emergono protagonisti assoluti della gastronomia italiana; si parla di pasta, di gran pasta che fa girare la testa anche ai più scettici.

 

I paccheri napoletani

In dialetto significa "schiaffo" e sono i protagonisti della cucina partenopea. Dalle antichissime origini, questo tipo di pasta ha ricevuto la consacrazione che gli spettava dall'arrivo del pomodoro dall'America, intorno al XVII secolo.

Una rivoluzione in cucina che ha permesso di esaltare il sapore della semola di grano duro e quindi la fragranza.

Sono due la particolarità di rilievo che vale la pena sottolineare: la prima

in  merito all'elemento onomatopeico del pacchero a contatto col sugo che può ricordare quello di uno "schiocco" particolarmente deciso su di un viso  (e quindi di una sberla).

Il secondo punto invece vede come protagonista il noto scrittore Leopardi che tuttavia li definì senza infamia e senza lode.

Fortunatamente la nazione intera è di diverso avviso, con un gusto decisamente sopraffino se conditi con un buon ragù di carne, grazie anche alla rugosità della pasta che lo trattiene.

 

Tagliatella Bolognese

La questione della tagliatella bolognese è meno rosea di quello che si possa pensare. Basti pensare infatti ad una colonna portante come Artusi che prima elogia  la cucina di quella città dicendo che bisogna trattarla con assoluta riverenza, salvo poi citare delle "tagliatelle all'uso di Romagna" senza menzionare per l'appunto il capoluogo.

Alcuni hanno pensato a motivi campanilistici. Ma non finisce qui.

Verso l'inizio del secolo scorso infatti si sente parlare di "spaghetti alla bolognese" in maniera assolutamente avventata e anche un po' ingiusta.

Fortunatamente l'Accademia Italiana della Cucina ( Delegazione di Bologna ) il 16 Aprile 1972 riesce a depositare le dimensioni della tagliatella che corrispondono a 8mm.

Oggi questa misura è stata riprodotta in un campione custodito gelosamente nel Palazzo della Mercanzia di Bologna.

 

Massimiliano Guadagno

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