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Sono ottime arrostite, con la pasta, fritte, in tortiera e forse in altre centomila preparazioni. Un secondo piatto da provare assolutamente, ci arriva dalla tradizione siciliana ed è la trasposizione povera di un piatto delle mense aristocratiche: le sarde a beccafico, così chiamate perché ricordano nella forma della preparazione i beccafichi, piccoli uccelletti selvatici mangiati dai nobili.

L’arancio è un elemento fondamentale del piatto insieme alla frutta secca.

 

Ingredienti

1 kg di sarde

100 gr di uva passa

100 gr di pinoli

pangrattato q.b.

olio evo

un arancia

prezzemolo q.b.

un rametto di timo

foglie d’alloro q.b

sale e pepe q.b.

 

Preparazione

Pulire le sarde a libro avendo l’accortezza di mantenere intatta la coda, deliscandole ed eviscerandole dalla testa.

Abbrustolire in una padella con un filo d’olio il pangrattato. Salare e pepare.

Amalgamare il pangrattato raffreddato con l’uva passa, i pinoli e il prezzemolo tritato.

Adagiare questo composto su ogni sarda, arrotolandola fino a formare un involtino. Allineare gli involtini in una teglia oliata intervallati con foglie di alloro. E’ opportuno posizionarle con la coda rivolta verso l’alto per un miglior effetto scenico.

Lavare l’arancio accuratamente e grattugiare parte della buccia sopra le sarde. Spremere metà arancio e irrorare le sarde. Aggiungere un filo d’olio, adagiare il rametto di timo sopra le sarde e infornare in forno ventilato preriscaldato a 180° C per circa 5 minuti.

Da gustare tiepide con un buon Lighea di Donnafugata d’annata, un vino bianco IGT Sicilia da uvaggio Cataratto, Zibibbo e Inzolia.

L.O.

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