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Anche se in Serie A i partenopei sono avanti di sette lunghezze, non temendo quello che sulla carta è un incontro decisamente abbordabile, sulla tavola è tutta un’altra storia. Probabilmente la sfida tra Napoli – Palermo, le ex capitali del Regno delle Due Sicilie, è di quelle più toste finora affrontate. Scendono in tavola due simboli iconici internazionali, due pesi massimi, il Real Madrid e Barcellona del gusto. Preparatevi signori, che la scelta è una delle più ardue della storia della gastronomia.

Il babà

Stavolta l’attacco del Napoli si affida ad un polacco, Stanislao Leszczinski, re di Polonia dal 1704 al 1735, che stanco di mangiare un dolce secco e asciutto come  il “kugelhupf”, un  dolce tipico del territorio della Lorena, (fatto di con farina finissima, burro, zucchero, uova e uva sultanina), decise di lanciarlo letteralmente via.

Leggenda narra che nella traiettoria ci fu l’impatto con una bottiglia di rum, che lo annegò copiosamente. Il re in tal modo assistette ad una vera e propria metamorfosi dal vivo: la pasta lievitata dell’insipido dolce lorenese, per solito di colore giallastro, assunse rapidamente una tonalità calda, ambrata, e un profumo inebriante.

Da lì il successo internazionale portato dalla Francia a Napoli, dove trovò il proprio domicilio stabile ( oltre che la nota forma a fungo ). Assistiamo dunque a un tandem d’attacco di prim’ordine, con le giocate ( è il caso di dirlo ) inebrianti dell’alcolico che si sposano perfettamente all’eleganza ed al tocco morbido del dolce, conferendo personalità e spessore al gioco.

 

Il cannolo siciliano

Non meno interessante ed internazionale è la storia del cannolo siciliano, che si presenta davanti ai suoi tifosi con ingredienti di altissimo profilo capaci di fondersi simbioticamente per giocate d’alto sapore.

Pare che il dolce sia nato da una fusione tra gli scritti di Cicerone, che già parlava di “cannola pieni di bianco mangiare”, e l’harem degli emiri saraceni che rielaborarono questa ricetta con quella di un dolce arabo già esistente, fatto di ricotta, mandorle e miele.

Sul campo la cialda di pasta fritta detta le regole del gioco, coadiuvato dal supporto della ricotta di pecora, fulcro principe della manovra. Canditi, pezzetti di cioccolato e zucchero a velo completano il quadro di un “dream team” del quale è impossibile non innamorarsi perdutamente.

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