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Quella che a conti fatti sembrerebbe una sfida abbastanza alla portata degli azzurri del Napoli, in realtà nasconde numerose insidie. In primo luogo perché la squadra friulana si è sempre fatta artefice di un bel gioco, scovando nel corso degli anni numerosi talenti finiti poi in club più blasonati. E in secondo luogo perché, piatti alla mano, ci troviamo dinnanzi a due filosofie gastronomiche diverse, con quella di Udine che risente inevitabilmente di influenze slave e mitteleuropee. 

Ecco quindi due piatti ideologicamente molto simili ma che fanno riferimento a palati inevitabilmente differenti.

 La frittata di maccheroni

Il piatto per eccellenza di tutti i pic-nic, escursioni e pranzi al mare nasce come riciclo della pasta dell’abbondante pranzo domenicale. Un’ottica insomma romantica della conservazione del preparato del giorno di prima, quando ancora non eravamo sommersi dagli innumerevoli sprechi consumistici del cibo e ragionavamo ancora come popolo che ha patito la fame.
La frittata di maccheroni è il corrispettivo dei panzer tedeschi degli anni calcistici 70-80: un esercito di potenza e forza, un team quasi rugbistico che rischiava di far male l’avversario pur di arrivare alla vittoria. Il fritto è solo la trait d’union di un composto dove non manca il ragù, l’uovo, il parmigiano e soprattutto olio, tanto ma tanto olio di arachidi per un risultato tanto masochistico per gli effetti quanto delizioso per le papille gustative. Una squadra che gioca all’inglese, dove non mancano entrate decise allo stomaco pur di arrivare a prevalere sull’avversario.

 Frico con patate e formaggio

Con la stessa filosofia del riciclo partenopeo nasce il frico, piatto fatto con i resti delle formature del formaggio chiamate strissulis ( cioè strisce ). Un piatto di origine carnica che a differenza dell’avversario di oggi non utilizza l’uovo, mentre storicamente venivano utilizzati soltanto i ritagli dei formaggi ( spesso il Montasio ) delle latterie. Inoltre era esclusivamente croccante.
Con il passare degli anni abbiamo anche la versione arricchita con patate, una variante che spesso viene servita con polenta per un piatto tipico dei boscaioli.
Interessante dunque notare due squadre che applicano la stessa filosofia di gioco ma applicandola in maniera assolutamente diversa così come le influenze culturali di base.
Intanto una gara questo team già l’ha vinta: il piatto infatti si è imposto nella finale della quarta edizione di Masterchef Usa.  Questo per sottolineare che non esistono diversità nord-sud quando si tratta di mettere in campo internazionale le infinite eccellenze del nostro territorio.

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