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Ricette
Strumenti

Insomma i motori si scaldano adesso, soprattutto tra due tifoserie che non si sono mai scambiati particolari frasi d’amore e affetto (memorabile uno striscione della tifoseria partenopea degli anni ’80 che non ripetiamo per senso del decoro).
Proprio per sottolineare l’immensa sfida abbiamo tirato in ballo due pesi massimi dell’area dolciaria, in linea con l’imminente festività natalizia.

Il Pandoro

Nonostante sia un malvagio concentrato di calorie, il pandoro è la felicità dei bimbi, il fettone dallo zucchero a velo che non ci risparmiamo anche dopo un abbondante pasto, il “dessert” ideale dopo cena e il dolce risveglio della colazione (soprattutto se riscaldato al forno e arricchito con Nutella). Eppure calcisticamente parlando è una squadra estremamente tecnica, con giocate sopraffine e deliziosi tocchi storici. Ad esempio alcuni lo fanno risalire al “pane di Vienna” austriaco mentre altri al “pane de oro” presente sulle tavole dei ricchi mercanti veneziani. Di certo nasce ufficialmente dal noto signor Domenico Melegatti nel 1894, che addirittura si affidò ad un pittore impressionista (tale Angelo Dell’Oca Bianca) per la creazione del “corpus” che nella sua incarnazione finale non si discostava da quella a forma di stella a otto punte che tutti conosciamo.

Gli struffoli

Un po’ come le ciliegie, gli struffoli sono la “droga” dolciaria più famosa a Napoli. Ogni pallina tira la successiva ed è impossibile farne a meno in ogni occasione e contesto. Seppur il popolo partenopeo ne rivendica le origini, molti storici li fanno risalire addirittura al periodo della Magna Grecia dove erano chiamati strongoulos pristòs (letteralmente “pallina tagliata”). Il team è un incontro di istrioniche personalità, ognuno dei quali ricco di qualità uniche ed inconfondibili. Dal miele che comunica con i vari reparti alle arance e cedri canditi con i loro colpi decisi al palato, dalle inebrianti giocate del liquore all’anice ai funambolici confettini colorati è un vero e proprio carnevale di sapori capaci di dialogare così bene tra di loro da acquisire un immenso valore tanto simbolico quanto gastronomico. A Napoli non è Natale senza questo piatto.

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