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Napoli-Roma calcisticamente parlando è una sfida che fa parlare a prescindere. Un po’ per motivi extra-sportivi (talvolta purtroppo di cronaca nera) altri per livori mai del tutto abbandonati. In questo caso per curiosità ad ampio spettro sul Napoli che fanno capire quanto questo sport sia uno dei più assurdi di sempre. La Roma ha da poco superato i gironi di Champions League con soli 6 punti.Pensate che l’anno scorso il Napoli non ci riuscì con il doppio del risultato. Ed ora eccoli qui affrontarsi per le zone alte della classifica, con una avvincente e millenaria sfida anche sulle tavole imbandite. Due piatti apparentemente molto lontani ma in realtà strutturalmente vicini: entrambi arricchiscono ricette antecedenti più semplici, a testimonianza di un’arte (quella culinaria) viva, che si nutre di sé stessa per offrire sempre piacevoli novità

 

Spaghetti con le vongole
Un classico (anche abbastanza natalizio) della cucina partenopea. Nonostante sia un piatto iconico, le sue origine derivano dal fratello più umile aglio, olio e peperoncino. Lo stesso Eduardo De Filippo, per la loro povertà, li definì spaghetti con le vongole fujute (scappate). Leggenda vuole infatti che fu il noto drammaturgo napoletano “inventò” questa nomenclatura dopo un suo spettacolo nel 1947. Pare infatti che, tornato affamato in tarda serata, decise di prepararsi un piatto di spaghetti con tutto quello che avrebbe trovato sotto mano. Ma la (povera) credenza ospitava solo un po’ di pomodorini, olio e prezzemolo che lui cucinò insieme amorevolmente. Il risultato finale per merito di questa pianta ricordò al palato dei sapori di mare, quasi di vongole che appunto non c’erano in quanto fujute.

Le origini meno folkloristiche del nome alcuni studiosi le fanno risalire all’epoca romana, con il nome “conchula” che sta a significare “piccola conchiglia”.
Ora non sappiamo il punto di unione tra storia e mito, tuttavia non possiamo che godere degli spettacolari odori e sensazioni che questa portata è capace di suscitare. Un team con un gioco aeroso, che ci avvicina un po’ di più alla nostra terra di mare.

 

Pasta alla Carbonara
Per farvi capire dell’enormità di importanza di questo piatto vi basti pensare che secondo recenti indagini risulta essere il più falsificato tra le ricette italiane. Una leggenda della gastronomia, con origini ancora incerte. Non volendo scomodare alcune ipotesi che vogliono la carbonara come figlia della tradizione culinaria partenopea, ce ne sono almeno due che vale la pena trattare: il primo fa riferimento alla liberazione di Roma del 1944, con i soldati americani che insieme ai cuochi della capitale cercarono un punto di incontro tra ingredienti italiani (uovo e formaggio) ad altri più strettamente d’oltreoceano (come il bacon) in un periodo storico in cui era assolutamente necessario fare di necessità virtù. Ma la teoria più accreditata vuole questa ricetta come una evoluzione del cacio e uovo di origine laziale-abruzzese, con i carbonai che avevano necessità di cucinare con ingredienti di facile reperibilità e conservazione. Quello che oggi si consuma sulle tavole di tutto il mondo è una squadra assolutamente “compatta”, un tank capitolino difficilmente perforabile che grazie al tocco deciso del pepe del pecorino sa imporre il proprio gioco anche contro avversari coriacei.  

Massimiliano Guadagno

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