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Uno degli errori più comuni commesso dai turisti che visitano la Francia è quello di ordinare una crêpe salata. Errore grave, semplicemente perché, almeno in Francia, la crêpe salata non esiste! O meglio c’è una versione salata, ma che è conosciuta comunemente con il termine gallette, mentre il termine crêpe indica solo ed esclusivamente la versione dolce. Tutti penseranno si tratti dello stesso impasto, cui ad uno viene aggiunto zucchero, all’altro del sale. Sbagliato ancora! Anche l’impasto è diverso a partire dalle uova che si aggiungono solo ed esclusivamente alla crêpe insieme a zucchero e farina di frumento. Farina di grano saraceno e acqua sono invece gli ingredienti di base della gallette.

Sono entrambe emblema della cucina Bretone, una cucina tradizionale antica che si fonda su ingredienti genuini prodotti nelle campagne della Bassa- Bretagna. Secondo una antica leggenda, la gallette bretone sarebbe nata accidentalmente grazie ad un contadino maldestro che rovesciò della polenta di grano saraceno su un ciottolo bollente nel camino. Non a caso tracce di farina di grano saraceno sono state ritrovate nel dodicesimo secolo in alcune paludi della Bretagna.

Sono tantissime, forse troppe, le creperie che ogni giorno servono le versioni più bizzarre, non solo in Bretagna ma in ogni angolo della Francia. La gallette classica, della anche complète, è quella con formaggio (di solito Emmental), tocchetti di salsiccia di maiale affumicata e un uovo ad occhio di bue al centro. Agli angoli del piatto da portata vengono messi dei pezzettini di burro salato da spalmare sulla gallette bollente. La crêpe classica è invece arricchita semplicemente da burro oppure da marmellata di arancia. Solo recentemente sono nate le versioni alla crema di cacao o con della crème glacée, ovvero del gelato.

Ogni creperia ha la sua ricetta segreta, ma bisogna stare molto attenti agli ingredienti. Quelle più turistiche guarniscono sia crêpe che gallette con di tutto di più, è un po’ come mangiare una pizza negli Usa. Ciò nonostante siamo riusciti a trovarne alcune che meritano la nostra menzione.

Se vi trovate a Saint-Emilion non potete lasciarvi scappare Le Trohuer, autentica creperia bretone di appena venticinque coperti. Se vi ci trovate in estate è ancora meglio: all’esterno c’è un grazioso terrazzino che affaccia sul centro storico e sui vigneti del paese. L’interno della creperia è arredato con gusto, in pieno stile bretone, con la cucina a vista e cesti di uova fresche appesi ovunque. Abbiamo provato la gallette all’anatra, patate e panna fresca, quella al foie gras con confettura di cipolla e quella classica. Ottima anche la crêpe alla crema di cacao e arancia. Ridottissima la carta dei vini, ma interessante la scelta: tutti vini locali, più qualche champagne, con un rapporto qualità prezzo molto competitivo. Per concludere un bel po’ di sidro di mele, rinfrescante, servito in tazzoni tipici dipinti a mano.

A Bordeaux, invece, la migliore creperia scovata (almeno fino ad oggi) è sicuramente la Fromentine gestita da una donna tutta d’un pezzo, autoritaria e determinata. Qui conviene presentarsi ad un orario consono poiché chiude alle 22. Il posto è davvero piccolissimo, ci saranno circa cinque tavolinetti e si sta abbastanza strettini, ma vale assolutamente la pena provarla. Ottima sia la gallette classica che la crêpe al burro. Unica pecca è la carta dei  vini, per nulla fornita, quindi bisogna accontentarsi di birra alla spina o del tradizionale sidro di mele.

Valeria Vanacore

 

 

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