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L’incontro tra due codici apparentemente lontani non potrebbe dare risultati più appaganti: stiamo parlando di moda e food

Il cibo è sempre stato l’immaginario da cui stilisti, designer, artisti di ogni sorta e di ogni epoca hanno attinto linfa che alimentasse ispirazione o creazioni speciali, al punto da monopolizzare red carpet e passerelle esclusive, intrappolandosi in tessuti, stampe e metri e metri di abiti (vedi anche il caso distorto di Rhianna e il suo chilometrico abito giallo per il Met Gala 2015 a New York, evocando l’aspetto di una mega frittata, che è rimbalzato sui social ) e ha influenzato le icone di stile di ieri come quelle di oggi, fashion bloggers o it girls che siano. Anzi, vi dirò di più, l’uno prende spunto dall’altra, salta subito alla mente in tal proposito il tema attualissimo del food design, che è una ricerca in progress dell’innovazione certosina, all’insegna del minimal o del vintage, stilemi del fashion ma fatti propri dal panorama gastronomico.        

 Anche stavolta l’esperimento ha avuto i suoi frutti e porta il segno del geniale e raffinato Alessandro Enriquez, stilista metà siciliano e metà franco-tunisino, che ha raccolto l’eredità e il peso di questa missione in una collezione tutta incentrata sulla italianità, a partire dall’arte della buona cucina italiana. La linea P/E 2015, intitolata ANITALIANTHEORY, interpreta a suo modo il variopinto mondo del food, celebrando la preminenza di uno dei simboli identitari della nazione, la pasta: la ritroviamo sui bomber, sulle felpe, sulle camicie oversize per lui e per lei, sugli abitini retrò, sulle gonne a ruota e sugli accessori. 

 

 

Insomma questo progetto è stato confezionato appunto per essere un tripudio di ciò che di eccellente ha la nostra Italia e arriva puntuale all’appuntamento con Expo2015 che ha scelto come fil rouge proprio il cibo. Il fenomeno prepotente della foodmania non è nuovo per l’haute couture; anzi muove le mosse già qualche anno fa in casa Dolce&Gabbana, precisamente nella collezione Donna P/E 2012, a partire dalla quale la neoruralità prende il sopravvento ed è tutto un pullulare di macro stampe su gonne e bustini anni ‘50 e ’60 e accessori su cui piovono zucchine, melanzane, cipolle, pomodori, peperoncini e ortaggi vari in pieno stile esotico, sfoggiati da una donna capace di dominare la natura quanto la cucina! Per non parlare della collezione pop di Moschino A/I 2014-2015, partorita dall’eccentrica mente di Jeremy Scott, in cui spopolano pezzi con disegni e loghi cartoon ispirati ai fast food, oppure Salvatore Ferragamo che strizza l’occhio ad Expo con una collezione limited edition con proposte a base di accessori fatti di materiali ecosostenibili, come la bag interamente in sughero, i sandali  e i foulard in tessuti naturali a tema flora e fauna, pezzi forti pensati per esprimere al meglio lo spirito dell’evento mondiale.

 In realtà si potrebbe proseguire ad oltranza in fatto di cibo in coppia con la moda…

 

Sabrina Riccio

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