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Prosecco Carpené Malvolti, Moscato Giallo della cantina Bolzano, Gewürztraminer e Chardonnay di St. Magdalena, in abbinamento a prodotti D.O.P e presidi slow food. I petali di rosa sulla scalinata e le note ammiccanti di un sax, accompagnano i viaggiatori sensoriali, al primo piano del locale, dove la degustazione continua nel piatto, con  la dolcezza del pomodorino del piennolo biologico DOP di Casa Barone.

Nel frattempo Carmine, dell' azienda Agricola Bonacci, prepara taglieri con i suoi pecorini stagionati e semi-stagionati e le sue aromatiche confetture, come quella di fichi e limone. Sul vassoio, quasi in sordina, un assaggio del cremosissimo caprino a coagulazione lattica (ovvero senza caglio) dall'inconfondibile gusto acidulo.

Ma la vera chicca di Carmine Bonacci, è il suo conciato romano: il formaggio più antico d' Italia, ormai presidio slow food, dalle robuste note, che vengono fuori dal procedimento di maturazione. La concia, infatti, è una tecnica antichissima, che prevede una stagionatura in anfore di terracotta riempite di olio e aceto.

Più il prodotto matura, più diventa piccante, cremoso e quasi inabbinabile. Ma Carmine, il perito agrario ventunenne, che si è lanciato,  coraggiosamente nell' attività di pastore e casaro solo per passione, ha trovato un accostamento sorprendente per il suo conciato: il distillato di albicocca, di Casa Barone.

L'aperitivo sensoriale si conclude con il principe dei duetti da dessert: cioccolato Venchi e Rhum Bally.

Ci sarebbe stata bene- come suggeriscono dall' azienda Bonacci- anche una scheggia di conciato col caffè, sarà per la prossima volta.

 

                                                                           Alessandra Cammarano