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No, nulla di blasfemo non temete. Anzi. A Trento due giovani parroci, Don Mauro e Don Rolando, hanno ben pensato di trasformare, almeno per poche ore al mese, i sacri locali in un punto di ritrovo per giovani, fatto di tartine homemade e cocktail costruiti da barman professionisti. L’unico elemento a mancare è la musica, in quanto l’obiettivo principe è quello di far socializzare i ragazzi e magari avvicinarli ad un percorso spirituale.

In realtà questa operazione non è del tutto nuova nel nostro paese: a Palermo, nella borgata marina dell’Addaura, il prete del posto organizza da quattro anni vere e proprie “aperimesse”, con drink, balli sudamericani e cibo fatto in casa.
Oppure possiamo riportare il caso di Savona quando, poco prima delle festività natalizie, il parroco di Nostra Signora della Neve della città ligure ha creato gli “aperifamiglia” e “aperinonni” per tutti coloro i quali si trovassero in una situazione di estrema solitudine a ridosso di eventi così importanti come il Natale.

Ovviamente a questa lista andrebbero aggiunte anche tutte le singole attività svolte una tantum dai parroci di tutta Italia. Secondo noi, se rispettoso di canoni etici e morali, è un buon modo per cercare quantomeno di rompere quell’ “isolamento post-social” che colpisce molti giovani indipendentemente dal credo religioso di ognuno di loro.

 

Massimiliano Guadagno

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