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Mera provocazione o un promettente spazio fecondo di contenuti e spunti sul mondo dell’alimentazione? Il tempo scioglierà la matassa, ma per ora il C.A.C.C.A. di via Solferino a Bologna ha aperto le sue porte a curiosi, gastronauti, addetti al settore e non, ma quello che è sicuro è il polverone social che a cui ha dato adito e i commenti che fioccavano su Twitter, ancor prima della sua inaugurazione il 23 settembre scorso.

L’acronimo sta per Centro di Arte Contemporanea sulla Cultura Alimentare e l’idea che un tale termine possa essere associato al cibo è stato probabilmente il motore che ha spinto i suoi curatori a premeditare una mossa simile, certi della risonanza che questa notizia avrebbe provocato. Ma la reazione che più di tutte ha sconcertato è stato proprio il tweet promozionale da parte del Comune di Bologna che lo ha reso pubblico senza indugi, con tanto di link che rimandava ad una pagina web, quella di Iperbole che contiene la risposta a tutto.

Le menti di questo progetto sono i vincitori dell’ultima edizione del bando Incredibol! - l’INnovazione CREativa del Comune di Bologna, un collettivo artistico di nome Panem Et Circenses, i cui componenti Ludovico Pensato e Alessandra Ivul hanno sferrato questa mossa di eating design in uno spazio di soli 22 metri quadri, nient’altro che un’esposizione di alcuni dei loro lavori, raccolti e illustrati dai creatori stessi, allestito in maniera interattiva tra foto, video e oggetti che accomunano tutti, rendendoci attori e non semplici fruitori. Si tratta di un itinerario degustativo-artistico focalizzato sull’espressione del cibo come convivialità e su ciò che rende quest’atto fisiologico un fatto profondamente culturale. Perciò si è iniziato dalla proiezione di un filmato sul cibo e poi sulla richiesta ai presenti di mettere per iscritto su finte banconote domande di getto su ricordi, reazioni, sensazioni legate al mangiare e che resteranno nel deposito del collettivo per trovare poi delle risposte nei mesi a seguire negli incontri con esperti coinvolti nei programmi del C.A.C.C.A.

È inutile aggiungere che i due artisti si sono formati a Berlino e quindi sono cresciuti a pane e avanguardia e quello che a noi in Italia sembra scandaloso a causa di vedute sempre più grette, nonostante siamo alle soglie del 2016, e di un’ottusa morale benpensante lì è ordinaria amministrazione, se non materiale da cui attingere per spingersi sempre più lontano.

Insomma siamo di fronte all’ennesima scommessa che ruota attorno al cibo, sulla quale l’istituzione pubblica e Panem et Circenses hanno deliberatamente voluto puntare il riflettore per preannunciare la loro filosofia e condensare l’attenzione mediatica provocandoci: così il tweet in brevissimo è diventato virale e il gioco è fatto. Un nome equivoco che ha fatto indignare, sferrare colpi a suon di tweet ma che in realtà non era altro che un gioco per testare gli utenti e la loro inesistente predisposizione all’approfondimento di notizie (dal titolo ingannevole e non) che circolano in rete. Quindi la buona norma del non fermarsi alle apparenze vale anche sui social! Ma diciamola tutta: agli organizzatori questa confusione ha fatto più che comodo e ha giovato alla visibilità di questo posto, ancor prima di operare davvero.

Ricapitolando, food e design sono una coppia capace di fare scintille, esattamente come i promotori di questa galleria di produzione permanente, prolifica di innovazioni e sperimentazioni artistiche, soprattutto se si produce rumore passando per vie spettacolari; perciò si attendono prossimi incontri con chef, nutrizionisti e altri artisti, performance, mostre e collaborazioni in cui i cittadini saranno chiamati a partecipare attivamente per incrementare progetti creative e commerciali che, partendo dal cibo e passando per il design, investano sulla rinascita culturale di un’intera nazione.

Intanto date uno sguardo alla pagina Facebook del duo creativo

http://www.facebook.com/panem.etcircenses.3?ref=hl

  Sabrina Riccio

Foto Schicchi © Resto del Carlino del 23 settembre 2015

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