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L’abbiamo intervistata, per capire cosa si nasconde dietro la sua ultima pubblicazione, quanto deriva dalla storia dell’autrice e quanto dal suo ingegno, o come queste due componenti basilari dell’atto creativo diano vita, nel loro incontro, a un promettente prodotto editoriale, che si presenta come una guida divertente e divertita alla convivialità.

 

L’idea di presentare la cucina in barattolo è sempre più frequente, anche tra i grandi chef, tanto da essere diventata una vera e propria moda. Cosa ti ha spinto a racchiudere in un testo queste ricette sottovetro?

Lo racconto nell’introduzione e i motivi sono due: il primo è perché amo i barattoli di sabbia, quelli dei souvenir con la sabbia colorata a strati, anche se li trovo trash e non li ho mai comprati; il secondo è perché ho percepito come tanti che stesse diventando una moda, basta guardare le board di Pinterest, e ho voluto essere la prima a scriverne un libro di ricette.

Qual è l’origine delle ricette che presenti? Come sono nate?

La partenza rimane il concetto che pervade il mio stile di vita e la mia cucina: il comfort food. Poi ovviamente tutto doveva entrare nel barattolo!

Le tue soluzioni soddisfano tutte le necessità. Che importanza dai alla tradizione nella tua cucina e come la sposi con le tendenze contemporanee (vita d’ufficio, gusto per l’esotico…)? 

La tradizione è la base, la scuola dell’obbligo; mentre tutto quello che ne consegue è il futuro, la scelta personale di chef o semplici cuochi, in pratica l’università: poi c’è chi si laurea per diventare chef stellato e chi invece vuole solo imparare a mangiare bene e godersela creando nuovi piatti.

Che ruolo ha avuto il comfort food nella tua storia? Come ha definito le fasi della tua vita?

Come dicevo: è una costante. Penso al latte della mamma; alla merenda quando si esce da scuola; alla colazione in famiglia; al pranzo della domenica; al brunch con gli amici; e alla pausa pranzo con i colleghi. Ogni istante della mia vita, legata al cibo, è stato ed è un momento confortevole e appagante, anche quando mangio da sola un pinzimonio.

 Il tuo testo è diviso per capitoli - barattoli a seconda delle occasioni: “Colazione in barattolo”, “Barattoli to go”, “Barattoli a tavola”, “Dessert in barattolo”, “Barattoli da bere”, “Barattoli da regalare”. Qual è la tua sezione preferita e perché?

I dolci, perché sono troppo golosa. Ma l’avete visto il tiramisù in barattolo?

La sperimentazione è fondamentale per creare una ricetta riuscita. Con chi condividi le tue creazioni? Hai qualche aneddoto divertente da raccontarci legato a questo momento?

Di solito con la mia famiglia, anche se le ricette in barattolo le ho essenzialmente condivise, in tutti i sensi, con la fotografa di questo libro Barbara Torresan dato che preparavo da lei i barattoli, li fotografava e poi, in compagnia della sua famiglia, assaggiavamo tutto! Lo so, è un duro lavoro…

 Micole Imperiali

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