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Ricordate Jessica e il suo ‘O’ famo strano?’ nella celebre pellicola Viaggi di Nozze di Carlo Verdone? Beh, ne è passata di acqua sotto i ponti e la meravigliosa Claudia Gerini, 45 anni di splendore e più di trenta di carriera, di strada ne ha fatta, e anche molta.

L’abbiamo incontrata questa primavera per la presentazione del suo ultimo film, Il  traduttore di Massimo Canale. Un thriller psicologico dalle tinte cupe in cui la bella attrice romana interpreta Anna Ritter, una gallerista d’arte moderna appartenente alla buona società della provincia del nord. Quando suo marito scompare in circostanze misteriose lei trova il suo diario, dove l’uomo aveva annotato numerose riflessioni nella sua madrelingua (il tedesco). Incapace di comprendere il significato di quelle fitte pagine, la donna si affida al poliglottismo di uno studente rumeno che si occupa di traduzioni; il flusso di coscienza che scaturirà da quelle pagine, dove il marito aprirà il suo cuore mettendo nero su bianco la sofferenza profonda derivata dalla loro crisi matrimoniale metterà la vita di Anna in subbuglio e le farà vedere le cose da tutta un’altra prospettiva. L’evoluzione della storia, che prevede anche un forte coinvolgimento passionale della protagonista, lascia gli spettatori in una suspence che rende il film unico nel suo genere. La Gerini ci racconta di come questa sceneggiatura le sia piaciuta fin da subito proprio per il melting pot di tematiche affrontate, dalla connotazione  noir della trama, dal suo aspetto emotivo  e anche dal suo essere in qualche modo culturalmente impegnata, poiché affronta il tema dell’integrazione straniera che rappresenta uno spaccato estremamente realistico della società odierna.

La Gerini, tuttavia, non si è limitata solo al cinema – dopo la commedia romantica a tinte hot di Tonino Zangardi con Marco Bocci L’Esigenza di Unirmi Ogni Volta con Te  e Nemiche per la pelle di Luca Lucini con una superba Margherita Buy - il 2016 è stato un anno denso di impegni di ogni genere, dove anche il teatro ha rappresentato un’ampia fetta della carriera della pragmatica attrice. E’ stata e sarà in tour in vari teatri italiani con lo spettacolo  Storie di Claudia di Giampiero Solari dove, in un ‘one woman show’ porta in scena gli aspetti più sfaccettati della sua persona in chiave romanzata cantando, ballando e raccontandosi attraverso monologhi, danze, digressioni ed evocazioni.

L’ultimo progetto dell’attrice è improntato proprio sulla nostra città nella nuova pellicola dei Manetti Bros, Ammore e Malavita.  Sulla falsariga del successo di Song’ e Napule la pellicola, caratterizzata da canzoni e musiche napoletane ( composte da Pivio e Aldo De Scalzi e il cantante Nelson già vincitori del David di Donatello per Song’ e Napule ) che si fondono con intrecci romantici, humour ‘campano’ e action thriller, la Gerini interpreta Donna Maria, una donna forte, volitiva, legata sentimentalmente a un boss di quartiere, ruolo per il quale ha dovuto potenziare il suo eclettismo recitativo imparando anche a cantare e recitare in dialetto napoletano.

E poi per la Tv bolle in pentola anche l’adattamento televisivo di Suburra, che andrà in onda su Netflix.

Ma Claudia Gerini non è solo film, tv e teatro. Da novembre per lei ci sarà anche un’iniziativa che da tempo coltiva, l’Acting Academy, scuola di recitazione fondata con Rossana Ferrara e Ivano Rapa. In questa scuola aperta nel cuore di Trastevere non salirà in cattedra: << A insegnare ci saranno docenti più qualificati di me. Io darò consigli su come affrontare i provini e i casting e, soprattutto, come superare la paura della macchina da presa >>.

Ed è proprio in questo suo essere immensamente variegata che Claudia Gerini immagina la sua carriera trasposta – in un’ottica gastronomica - in un lauto buffet. Un ricco banchetto di vivande composto da primi piatti di ogni genere, secondi, contorni, frutta, verdure di ogni sorta. La sua prerogativa principale è proprio quella di offrire un continuum di sapori, odori e gusti diversi, riuscendo a diversificarsi, cambiare, non sedersi mai su suolo già battuto, cambiare in modo camaleontico, reinventare e reinventarsi. E  - osservando la serie di successi collezionati - possiamo dire che il suo obbiettivo è stato ampiamente raggiunto.

Mary Sorbillo

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